A ogni suo libro, torno a chiedermi com’è possibile che Niccolò Ammaniti ringiovanisca. La maturazione, orizzonte ossessivo di ogni artista, in lui non c’è neanche come rifiuto. Ignorando la biografia dell’autore, si avrebbe l’impressione che La vita intima (appena uscito per Einaudi) sia precedente a Branchie (1994) o a Io non ho paura (2001). Proverò a spiegare il perché di questo miracolo. 

C’è la trama, di cui ci si vergogna quasi a parlare: Maria Cristina Palma, la donna più bella del mondo e più potente d’Italia (in quanto moglie del Presidente del Consiglio), crede che il suo ex fidanzato Nicola Sarti la ricatti con un video pornografico girato da entrambi vent’anni prima, e da questo equivoco, scilicet dito medio alla verosimiglianza (il ricattatore è in verità di buon cuore e voleva condividere la gioia rimembrante della scopata), si apparecchia il lieto fine in cui i due diventeranno una coppia e Maria Cristina scamperà alla sua infelicità di bellissima frivola oggettificata. 

Ci sono le frasi sapienziali disseminate qua e là: «La vita esiste fino a quando c’è e chissà, forse non termina, ti abbandona e si trasferisce a un altro organismo in una staffetta senza fine». Forse la somiglianza fra Ammaniti e Fabio Volo non è solo fisionomica…

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