Qual è la differenza tra la polemica anche più violenta e lo squadrismo o l’inquisizione anche più felpati? Lo stile va modulato tenendo conto dei rapporti di forza, non c’è dubbio. Ma esistono altri discrimini, a cui mi sembra si sia sempre meno sensibili. Intanto, c’è una enorme differenza tra il giudizio che si dà sull’attività di una persona e l’atteggiamento empio di chi crede di poterne cogliere interamente le potenzialità, le manifestazioni, la vita. Poi, per usare due nomi come indici, c’è una differenza di sostanza – un abisso – tra Kraus e Vyšinskij. Una cosa è un epigramma magari eccezionalmente aggressivo; una cosa del tutto diversa è un’affermazione, magari formulata nel tono più obliquamente mafioso, del tipo “ah, la pensi così? Bene, bene… ora vedrai cosa ti fa il mio gruppo”. Dubito che chi non avverte questo discrimine possa occuparsi con profitto di scrittura e di letteratura. 

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Oltrepassato un certo limite di successo, il generale Vannacci dovrà pur dirlo: “Ringrazio il mio ghostwriter Antonio Scurati”. 

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SALA PROFESSORI ITALIANA, VERSO IL 2030. 
– Ma tu come lo fai l’illuminismo?
– Eh, come lo faccio. Con giudizio, caro. Non bisogna urtare la sensibilità degli studenti, lo sai bene. Né quella musulmana…
– …né quella femminista. 
– Esatto, c’intendiamo. Prendi Voltaire: la cosa è delicata, no?
– Hai voglia. Infatti ero curioso… io non so mai da che parte girarlo… anche perché questi mi registrano, e poi rimontano le lezioni a modo loro. Tipo Report, capito?
– Lo so, lo so. Ma tu fatti furbo. Sai come faccio io? Do due o tre informazioni generiche, vita esilio du Châtelet Federico, butto lì una manciata di titoli, e poi cosa leggo? Eh? Cosa ti leggo, mio caro? 
– Che cosa?
– Le parti del Dizionario dove sfotte gli ebrei, ecco cosa. Tanto quelle non dànno mai fastidio, nessuno protesta. Anzi…
– … ma come anzi? Davvero fai una roba del genere?
– Eh eh, come ti scaldi. Via, su, non fare l’ingenuo (ah, ah). E’ il male minore, no? Un buon modo per attrarli verso l’illuminismo, fìdati.

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UN ESAME UNIVERSITARIO DEL 202*. “Allora, mi dica. Cosa porta?”. “Due pagine del Simposio e una del Fedone…”. “Molto bene. Mi dia prima un quadro generale”. “Be’, in queste opere Platone si impone come uno dei primi rappresentanti internazionali rispettivamente dei Gender Studies e dei Death Studies e…”. “Si fermi pure. Vedo che la base è solida, mi basta così”.

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SCUOLA HOLDEN. Ingredienti per scrivere un racconto standard degli anni Novanta (che nell’editoria italiana durano ancora):

1. un io che si dipinge come

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