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Alberto Pezzotta scrive di cinema (su «Blow Up» e «Film TV»), insegna (alla IULM), traduce (Quentin Tarantino, Woody Allen, Joyce Carol Oates, Chinua Achebe, Abdulrazak Gurnah). Ha pubblicato vari libri, tra cui La critica cinematografica (Carocci) e Ridere civilmente. Il cinema di Luigi Zampa (Cineteca di Bologna).

Uno Scerbanenco ritrovato: “Cinema fra le donne”
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di Alberto Pezzotta

Uno Scerbanenco ritrovato: “Cinema fra le donne”

Perché oggi si continua a leggere e ristampare Scerbanenco e non, che so, Betocchi o Bigiaretti? Evidentemente lo scrittore nato a Kyiv nel 1911 e morto a Milano nel 1969 riesce ancora a parlare ai lettori e a essere una fonte di ispirazione. L’etichetta di “padre del noir italiano”, in questo senso, gli garantisce un […]

“Giurato numero 2”: l’America orribile di Clint Eastwood
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di Alberto Pezzotta

“Giurato numero 2”: l’America orribile di Clint Eastwood

Da decenni Clint Eastwood è un dogma intoccabile della cinefilia europea, specie italiana, e ogni suo film (anche quelli obiettivamente modesti, poco riusciti o imbarazzanti, che vanno da Fino a prova contraria a Cry Macho – Ritorno a casa, da Ore 15:17 attacco al treno a Il corriere – The Mule) è salutato come un capolavoro e inserito in un quadro […]

“Parthenope”: una favola frivola e triste
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di Alberto Pezzotta

“Parthenope”: una favola frivola e triste

“Com’è enorme la vita, ci si perde dappertutto.” La frase di Guerra di Louis-Ferdinand Céline che apre Parthenope chiarisce, come meglio non si potrebbe, l’ambizione del film di Paolo Sorrentino. Raccontare una vita, quella della protagonista eponima (interpretata da Celeste Dalla Porta e da Stefania Sandrelli, a seconda dell’età), che si intreccia con la storia di Napoli dal 1950 a oggi. Un orizzonte più […]

Kiarostami nell’era dell’AI
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di Alberto Pezzotta

Kiarostami nell’era dell’AI

L’ultimo film di Abbas Kiarostami, 24 Frames, portato a termine nel 2017 da suo figlio Ahmad, è costituito da animazioni digitali di ventitré fotografie e di un quadro di Pieter Bruegel il Vecchio, I cacciatori nella neve (1565). Il titolo si riferisce alle ventiquattro “inquadrature” animate che compongono il film, ma anche ai ventiquattro fotogrammi al secondo che, […]

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