Senza fare spoiler, la situazione drammatica iniziale è questa: nella Milano degli anni Ottanta, la timida sedicenne Alice scopre che suo padre non è morto, come invece le era stato raccontato. Per riallacciare il rapporto con lui si riavvicina alla parte calabrese e criminale della sua famiglia, trovandosi sempre più coinvolta nei loro affari fino a diventare la più giovane affiliata della ’ndrangheta.

Bang Bang Baby, la terza serie italiana di Amazon Prime Video (dopo l’orribile Vita da Carlo e la non entusiasmante Monterossi) è allo stesso tempo un mezzo disastro – confusa, poco interessante dal punto di vista narrativo, piena di cliché – e un mezzo miracolo – stilisticamente elaboratissima, molto curata dal punto di vista di regia, fotografia, scenografia, costumi e colonna sonora, con un’attenzione al particolare che raramente si trova nelle produzioni nostrane.

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