Il centenario della marcia su Roma è passato senza grandi celebrazioni. La delusione dev’essere tanta tra chi ha immolato nella fiamma tricolore di Giorgia Meloni il suo voto di protesta e si ritrova come governo una fotocopia virata a destra di quelli di Berlusconi, con in prospettiva Draghi al Quirinale. Per non parlare del riallineamento con gli USA dopo la stagione dell’infatuazione putinista. 

“Ma vuoi vedere che sotto sotto sei nostrissima e hai gabbato tutti?” hanno commentato su Twitter i troll europeisti del Comitato Ventotene.

Insomma le cose vanno come aveva previsto la stampa centrista, che osservava con aplomb l’ascesa di una forza post-fascista – eufemisticamente detta “conservatrice” – e anzi rassicurava la borghesia italiana sulla sua rapida normalizzazione. La stessa sinistra, nei due mesi di campagna elettorale, ha rinunciato a demonizzare Fratelli d’Italia, abbandonando prestissimo il progetto di coalizzarsi in un unico “fronte repubblicano”: la minaccia fascista non doveva sembrare particolarmente spaventosa, in fondo. Né prima né dopo le elezioni si sono viste grandi manifestazioni nelle piazze italiane.

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