Snaporaz non è un blog: è una testata giornalistica digitale, interamente dedicata alla cultura.
Snaporaz legge libri, va al cinema e a teatro, guarda le serie televisive, esplora l’arte e l’architettura, ascolta musica di ogni genere.
Snaporaz crea testi e immagini. Cerca di capire se stesso e la società attraverso gli occhi degli intellettuali e degli artisti. Vuole essere letto e guardato.
Snaporaz è vivace, a volte insofferente. Non teme di essere inattuale e fuori moda, non gli importa di andar bene a tutti.
Snaporaz è libero nei contenuti e originale nella forma: critica, ripensa e immagina oltre ogni condizionamento commerciale e scorciatoia ideologica.
Snaporaz abbraccia la gaia scienza: decifrare una realtà che si sottrae alla comprensione è anche un piacere. E provare a reinventarla è un piacere ancora più grande.
Snaporaz è il nomignolo del protagonista di Otto e mezzo. Pare che durante le riprese del film Fellini fosse solito rivolgersi a Mastroianni in dialetto romagnolo: «Vin a lavurè, che t’ci snà un puràz!» («Vieni a lavorare, che sei soltanto un poveraccio!»).
Chiamarci Snaporaz è per noi un invito a non essere pedanti quando si parla di arte e di cultura, ma anche un monito contro l’impoverimento del lavoro culturale.
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