Nora_Too Late è il titolo del libretto che il premio Nobel Jon Fosse scrisse per l’omonima opera lirica, su spartito della compositrice cinese Du Wei (1978), che debuttò nell’ottobre 2014 proprio in Cina, a Tianjin, e fu poi ripresa nella stagione successiva in Norvegia. Il libretto è una sorta di Casa di bambola molti decenni dopo, con una Nora oramai anziana desolatamente intenta a compilare un bilancio della propria vita alla luce della radicale scelta compiuta in gioventù. Ma poiché si tratta comunque di un testo di Jon Fosse, autore refrattario al naturalismo e alla linearità narrativa, sarebbe fuorviante aspettarsi un seguito realistico del dramma del connazionale Ibsen: ecco, allora, che anziché personaggi anagraficamente e psicologicamente determinati, la dramatis personae è formata da “creature” indicate con appellativi generici quali “donna anziana”, “donna di mezza età”, “uomo”. Non solo, passato e presente, memoria e realtà convivono sincronicamente in una fluida e onirica sovrapposizione di dimensioni temporali e narrative. Tali qualità attribuiscono al libretto di Fosse un’universalità di temi e di significati non riducibili alla questione “borghese” del ruolo della donna nella società.

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Un testo stratificato e complesso, dunque, che la regista e autrice Thea Dellavalle e l’attrice Irene Petris, che insieme hanno fondato nel 2013 il collettivo artistico “dellavalle/petris”, hanno scelto di tradurre e adattare per il palcoscenico, costruendo uno spettacolo – intitolato semplicemente Too Late – dinamico e, allo stesso tempo, inventivamente e argutamente minuzioso. Prodotto da Teatro nazionale di Genova e Fondazione TPE di Torino, Too Late ha debuttato nel genovese Teatro Gustavo Modena il 12 marzo scorso per poi spostarsi nel torinese Teatro Astra e apprestarsi, durante la prossima stagione, a una tournée in altre città italiane. 

Dellavalle e Petris – la prima è autrice anche della traduzione, condotta a partire dalla versione inglese e poi certosinamente comparata all’originale in norvegese – sono riuscite a coinvolgere nel proprio progetto un’attrice, di sensibilità e qualità di presenza scenica rare, quale Anna Bonaiuto – incarnazione della Nora anziana –, affiancandole attori – a cominciare dalla stessa Irene, interprete di “donna di mezza età” – in piena connessione con il loro progetto drammaturgico-registico: Roberta Ricciardi è “ragazza”, Giuseppe Sartori veste i panni di “uomo” mentre Emanuele Righi ne è l’“ombra”. Un cast coeso che si muove

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