Triennale Milano continua il processo di valorizzazione e diffusione dell’esperienza di vita e progettuale di Ettore Sottsass. Dopo avergli consacrato uno spazio permanente con la ricostruzione ed esposizione del nucleo centrale di Casa Lana – l’interno di una residenza privata progettata da Sottsass intorno alla metà degli anni Sessanta a Milano –, è la volta di un momento espositivo temporaneo dedicato alla sua scrittura e al suo pensiero narrativo.

Si tratta di Ettore Sottsass. La Parola, a cura di Marco Sammicheli con Barbara Radice e Iskra Grisogono di Studio Sottsass e l’art direction di Christoph Radl. È il terzo progetto del ciclo espositivo dedicato al grande architetto e designer, e si concentra sull’uso vario, costante e molteplice della parola nella sua produzione. L’esposizione riunisce una selezione di disegni, oggetti, scritti e opere inedite, con l’intento di proporre un’antologia visiva e letteraria che rappresenti l’essenza dell’originale vena narrativa di Sottsass. 

Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale Milano, introduce questo nuovo momento espositivo affermando che «la parola che si mischia all’arte visiva e al progetto può essere per Ettore Sottsass metafora, condensazione, stratificazione di esperienze e simboli». La mostra lascia emergere la molteplicità di forme in cui la parola è presente nell’opera di Sottsass: elenchi, descrizioni, confessioni, diari, corsivi, racconti, riviste, manifesti, fanzine, articoli, interventi, conferenze e recensioni. Il design, amava sottolineare Sottsass, è un modo per discutere di società, politica, erotismo, cibo e persino di design. Alla fine, è un modo per costruire una possibile utopia figurativa o una metafora della vita.

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