«Gli imperi del futuro sono gli imperi della mente»
(W. Churchill)

La padronanza del fuoco

Noi che leggiamo i vostri segni incisi
nella rupe (orsi cavalli cervi,
mucche lupi) sappiamo che tutto è incominciato
da un aumento di produzione alimentare
per metro quadro. Il fuoco,
quello era arrivato prima, forse per caso,
dopo un incendio nella foresta. Isolato
come una particella elementare custodita dentro un cerchio di pietre
quasi non faceva paura. Lo nutrivate
con ossa secche e torba. Alcuni
tra voi con un più spiccato spirito imprenditoriale
suggerirono di utilizzarlo per sterminare
gli occupanti della pianura.

Durante la notte, i vecchi,
uomini gravi addestrati a mutare la forma della storia,
componevano con voci gravi
i nuovi schemi di organizzazione.

L’amore infelice

La luce si sposta uguale
un giorno sopra l’altro.
I dati da maneggiare
si moltiplicano come batteri sul monitor dell’osservatore.
Nei dettagli non c’è alcuna verità
e neppure nelle nostre parole.
Statistica e probabilità: il sistema
individua e risolve il problema
prima che l’utente stesso ne prenda coscienza.
Non sappiamo perché un fenomeno si realizza
e neanche ci importa più, dice l’analista. Quello
che conta è la predizione dei comportamenti
al fine della produzione. Non importa
ciò che il prete benedice: la vita
è un ammasso di possibilità. Il cosmo
si disfa a nostra
somiglianza.

Guardarsi bene dall’amore infelice.

Il luogo del disastro

Puoi provare a simulare un’altra vita
dentro le tue stesse vene. Se scendi di livello,
appena al di sotto il pelo delle grate,
senti i pensieri pensati da quelli che ti vanno accanto:
i peccatori che non si sono ancora confessati
neppure con sé stessi, i cani e le madonne addolorate
che si rigirano una pena nella bocca, e di lingua
in lingua se la passano dopo essersi spogliate
ai piedi del letto di una stanza di un hotel
occupato per tre quarti dall’azienda
per la riunione dei suoi quadri più efficienti.

Senti tutto — e poi non senti niente.
Sono strumenti di piacere, le persone:
tanto al chilo. Sono processi
misurabili, passibili di essere resi più efficaci.
E veramente avremo molte mosche
alle labbra, a grattare come i baci
che non abbiamo dato
– sembrano dire
quelle forme tremanti accanto nei supermercati
assorbite nelle proprie transazioni, riflessi
di altre vite soltanto simulate:
frammenti di codice di altre narrazioni.

Noi che non visti osserviamo
l’evoluzione dei comportamenti; noi ciechi osservati
dentro le stanze, nei nostri appartamenti:
siamo impulsi proiettati su uno schermo; ombre
che trascorrono veloci su un nastro
di trasporto. Siamo la mappa
interattiva del luogo del disastro.