PERSONAGGI
VECCHIA
RAGAZZA
RAGAZZO
UOMO
DONNA
PADRE
BAMBINA
L’azione si svolge in un bosco, non lontano da una città grigia e deserta. Dal bosco si scorge la cima di un monte. Oltre il monte, una grande città.
Poco prima del tramonto. Poi, notte.
Una VECCHIA, con indosso un cappotto, è seduta in disparte e tiene lo sguardo fisso davanti a sé.
Si sente in lontananza la voce di una BAMBINA. Grida “Papà, papà”. Piange.
Entrano una RAGAZZA e un RAGAZZO. Si fermano, lei chiude gli occhi, pensa a qualcosa, poi li riapre.
RAGAZZA – Un fiore. Un fiore rosso.
RAGAZZO – Rosso?
RAGAZZA – Mi piace il rosso. Anche se mi fa pensare al sangue.
RAGAZZO – Esistono tante altre cose rosse.
Il fuoco. O il pomodoro!
RAGAZZA – Mi viene in mente soltanto il sangue.
RAGAZZO – Rosso come il sole quando tramonta!
RAGAZZA – Non l’ho mai visto.
RAGAZZO – No?
RAGAZZA – Quando il sole tramonta devo essere a casa.
RAGAZZO – Devi vederlo. Una volta. Solo una.
Guarda la cima di quel monte. Lì, ti voglio portare.
La RAGAZZA guarda verso quella direzione.
RAGAZZA – Deve essere bello.
RAGAZZO – Sì.
RAGAZZA – Cosa si vede da lì?
RAGAZZO – Il sole rosso!
RAGAZZA – E poi?
RAGAZZO – L’altra città.
Le case. I tetti. Le luci. Le strade.
Strade larghe, tutte illuminate.
RAGAZZA – Strade illuminate?
RAGAZZO – Sì.
Luci ovunque. Fino a tarda notte.
Suoni. Rumori.
Il RAGAZZO guarda la RAGAZZA.
RAGAZZO – Voglio andare lì. Con te.
Voglio andarmene da qui.
Non c’è niente, per noi, in questa città.
Promettimi che lo facciamo.
Lasciamo questo posto e andiamo lì.
La RAGAZZA abbassa lo sguardo.
RAGAZZA – Tu vuoi davvero andare via?
RAGAZZO – Sì.
RAGAZZA – Andrai via?
RAGAZZO – Con te.
RAGAZZA – Andremo via?
RAGAZZO – Non vuoi?
RAGAZZA – Non lo so.
Pausa.
RAGAZZO – Andiamo a vedere il sole che tramonta!
Andiamoci adesso.
RAGAZZA – Non posso.
RAGAZZO – Ci metteremo poco.
RAGAZZA – Non si può.
La RAGAZZA abbraccia il RAGAZZO.
RAGAZZA – Avrei voglia di stare con te.
RAGAZZO – Stai con me. Siamo qui. Adesso.
RAGAZZA – Avrei voglia di stare sempre con te.
Sorridono.
RAGAZZA – Tu?
RAGAZZO – Ho voglia. Tanta. Ho voglia di stare sempre con te.
Si baciano.
RAGAZZA – Devo andare. Mio padre sarà a casa tra poco.
RAGAZZO – Non vuoi restare?
RAGAZZA – Vorrei, sì.
RAGAZZO – Resta.
RAGAZZA – Lui sta per tornare.
RAGAZZO – Devi dirglielo.
RAGAZZA – No.
RAGAZZO – Lo farò io.
RAGAZZA – No.
RAGAZZO – Vengo con te.
RAGAZZA – Ti prego, no.
La RAGAZZA se ne va velocemente. Il RAGAZZO la guarda andare via.
Pausa.
VECCHIA – Verrà il buio.
Presto.
Verrà.
Il RAGAZZO guarda la VECCHIA.
La VECCHIA estrae dalla tasca del cappotto un fiore rosso. Guarda il RAGAZZO, aspetta che lui prenda il fiore, ma il RAGAZZO non si muove.
VECCHIA – È per te.
RAGAZZO – Per me?
VECCHIA – Non lo vuoi?
Il RAGAZZO non risponde.
VECCHIA – È tuo. Così puoi darlo alla tua innamorata.
Il RAGAZZO va verso la VECCHIA, prende il fiore, lo guarda.
RAGAZZO – Rosso come il sangue.
VECCHIA – A lei piacerà.
RAGAZZO – È un fiore molto bello.
VECCHIA – Abbine cura.
RAGAZZO – Del fiore?
VECCHIA – Abbi cura di lei.
Portala via. Dalla sua casa. Da suo padre.
RAGAZZO – Non posso.
VECCHIA – Portala via da questa città.
Il RAGAZZO guarda la VECCHIA.
VECCHIA – Non perdere altro tempo. Va’.
La VECCHIA guarda il RAGAZZO e lui, lentamente, si allontana e se ne va. La VECCHIA resta lì, seduta, lo sguardo sempre fisso davanti a sé. Un UOMO e una DONNA entrano, si fermano, l’UOMO si guarda intorno.
UOMO – È questo il posto. Ricordi?
DONNA – Sì.
UOMO – Eppure, mi sembra così diverso.
La strada. Gli alberi. Mi sembra di non riconoscere più niente.
DONNA – Ho freddo. Inizia a fare buio.
UOMO – Vuoi tornare a casa?
DONNA – Non lo so.
UOMO – Vuoi proseguire?
DONNA – Non lo so.
UOMO – Come fai a non saperlo? Non sai quello che vuoi fare?
DONNA – Non lo so, no.
Mi è indifferente.
Restare, proseguire, andare via.
Mi è indifferente ogni cosa.
UOMO – È insopportabile.
Tu. Quando fai così. Sei insopportabile.
DONNA – Avevamo detto di non farlo.
Non essere cattivi. Non ferire l’altro.
UOMO – Non lo sopporto, scusa.
Non sopporto quando dici che qualcosa ti è indifferente.
Pausa.
DONNA – Quando è stato?
UOMO – Cosa?
DONNA – Deve essere passato molto tempo.
Ricordo il fiore rosso. Quel giorno. Qui.
Eravamo giovani. Ci amavamo molto.
UOMO – Credi che non ci amiamo più?
DONNA – Un amore diverso.
UOMO – Non mi ami più?
DONNA – Tutto mi è indifferente.
Fa lo stesso. Qui, altrove. Per sempre, mai.
Fa lo stesso ogni cosa.
UOMO – Non mi ami più?
DONNA – Non lo so.
UOMO – Io credo di non amarti più.
La DONNA lo guarda.
UOMO – Credo. Ma poi non so.
Sono confuso. Stanco.
Non mi sono mai sentito così.
Pausa.
UOMO – Dimmi qualcosa.
La DONNA non dice niente.
UOMO – Non vuoi parlare?
La DONNA continua a non dire niente.
UOMO – Andiamo via.
DONNA – Non voglio.
UOMO – Si sta facendo buio.
DONNA – Vai via.
UOMO – Non puoi restare sola, qui.
DONNA – Vai via.
UOMO – Non ti lascio.
DONNA – (urlando) Vattene.
L’UOMO la guarda.
UOMO – Avevamo detto di non urlare.
DONNA – Dici di non amarmi.
UOMO – Non è così. Lo sai. Non è così.
DONNA – Vai via. Lasciami. Ti prego, lasciami qui.
L’UOMO va verso la DONNA ma lei si allontana. Lui la guarda, poi decide di andare via.
La VECCHIA guarda la DONNA.
VECCHIA – Guarda davanti a te. Non voltarti.
Troppo tempo hai passato, a restare così.
La testa rivolta all’indietro.
Aspettare una mano. Uno sguardo. Qualcuno.
La DONNA guarda la VECCHIA.
DONNA – Ci conosciamo?
Ci siamo già viste. Da qualche parte. Ci siamo parlate.
VECCHIA – Guarda davanti a te. Devi camminare un altro po’.
DONNA – Camminare?
VECCHIA – Non manca molto.
Prosegui, non ti fermare.
DONNA – Devo tornare a casa.
VECCHIA – Hai qualcuno che ti aspetta?
DONNA – Non più.
VECCHIA – Allora va’.
La DONNA non sa che fare.
VECCHIA – Addio.
La DONNA esita. Poi, decide di proseguire il suo cammino.
Entra la RAGAZZA e guarda la DONNA allontanarsi e andare via.
RAGAZZA – Credo di conoscere quella donna che cammina.
Va verso la cima della montagna.
Non ci è mai stata lì. Mai una volta.
Qualcuno glielo aveva promesso. Tanto tempo fa.
La VECCHIA guarda la RAGAZZA.
VECCHIA – Ti è piaciuto il fiore?
Quello rosso. Quello che il tuo innamorato ti ha regalato.
La RAGAZZA guarda la VECCHIA.
VECCHIA – Ti è piaciuto?
RAGAZZA – Sì.
Un fiore bellissimo.
Pausa.
VECCHIA – Oggi è il giorno.
La RAGAZZA guarda di nuovo la VECCHIA.
VECCHIA – Hai paura?
RAGAZZA – Un po’.
VECCHIA – Per tuo padre?
RAGAZZA – Sì.
VECCHIA – E per te, anche?
La RAGAZZA abbassa lo sguardo.
RAGAZZA – Ho paura di lasciarlo.
Non saprei come vivere senza di lui.
VECCHIA – Imparerai.
RAGAZZA – No.
VECCHIA – Ti ci abituerai.
RAGAZZA – No.
VECCHIA – Se ne vanno tutti, prima o poi.
RAGAZZA – Non voglio. No.
Entra il RAGAZZO e la RAGAZZA va verso di lui.
RAGAZZO – Ho fatto tardi. Scusa.
RAGAZZA – Non posso venire con te.
RAGAZZO – Mi avevi promesso che saremmo andati.
RAGAZZA – Voglio essere felice.
RAGAZZO – Lo sarai.
RAGAZZA – No.
RAGAZZO – Non sarai felice con me?
RAGAZZA – Mio padre. Non posso abbandonarlo.
RAGAZZO – Torneremo. Appena potremo ritorneremo.
RAGAZZA – Lui morirà di dolore. Non posso lasciarlo.
Pausa.
RAGAZZA – Vai tu.
Ritorna, però. Ritorna a prendermi.
RAGAZZO – Non posso andarmene senza di te.
RAGAZZA – Mi dispiace, scusa.
La RAGAZZA scappa via. Entra l’UOMO, che incrocia la RAGAZZA, la blocca.
UOMO – Aspetta, non andare.
RAGAZZA – Chi sei? Cosa vuoi?
La RAGAZZA si divincola dalla presa dell’UOMO e fugge via.
L’UOMO guarda il RAGAZZO.
UOMO – È la tua ragazza?
RAGAZZO – Sì. Lo era, almeno.
UOMO – Ti ha lasciato?
RAGAZZO – Dovevamo andarcene insieme. Nell’altra città.
UOMO – Lei non vuole più?
RAGAZZO – Non può lasciare il padre.
UOMO – Il padre! Lo so. La conosco la storia.
Tornerà.
RAGAZZO – Tornerà?
UOMO – Hai visto una donna?
Una donna bella, capelli scuri, carnagione molto chiara.
Credo avesse indosso un cappotto. Oppure no, era una semplice giacca.
Me lo dice sempre lei. Che non la guardo abbastanza.
L’hai vista?
RAGAZZO – No.
UOMO – Stai pensando ancora alla tua ragazza?
Non ti preoccupare. Pochi istanti e sarà qui.
RAGAZZO – Lei che ne sa?
UOMO – Te l’ho detto. Conosco già la storia.
Pausa.
UOMO – Quindi non hai visto nessuna donna? Passare di qua.
RAGAZZO – No.
UOMO – Eppure l’avresti guardata. L’avresti riconosciuta, forse.
Dove può essere andata non lo so.
Eravamo insieme poco fa. Poi io me ne sono andato.
Credevo che si sarebbe girata anche lei.
Credevo sarebbe tornata indietro. Invece no.
RAGAZZO – Devo andare da lei.
UOMO – Aspetta. Sta tornando qui.
Ma ti chiederà di non partire. Tu non farlo. Non rinunciare.
Portala via. Da questo posto. Dalla sua casa.
Porta via la tua ragazza da qui.
La VECCHIA guarda l’UOMO.
Entra la RAGAZZA. Appena vede l’UOMO, si spaventa.
UOMO – Non spaventarti. Prima, non volevo che ti spaventassi.
L’UOMO si allontana e la RAGAZZA va dal RAGAZZO.
RAGAZZA – Amore. Scusa. Non voglio perderti.
Ma non posso lasciare mio padre. Non so cosa potrebbe fare senza di me.
E anche io. Non so cosa potrei fare.
Restiamo qui. Proviamo a parlare con lui.
Ci vorrà del tempo, lo so. Ma capirà.
Restiamo qui, ti prego.
RAGAZZO – Non possiamo.
RAGAZZA – Se mi ami, facciamolo.
RAGAZZO – No.
RAGAZZA – Non mi ami?
RAGAZZO – Sì che ti amo.
RAGAZZA – Stai con me, allora. Stiamo qui.
Il RAGAZZO non sa cosa dire. Guarda l’UOMO, che ricambia il suo sguardo.
UOMO – (al RAGAZZO) Un fiore rosso.
Amarsi. Fuggire.
Potresti farlo, sei ancora in tempo. Potresti portarla con te.
O lasciarla. Potresti andare via senza di lei.
Il RAGAZZO si allontana dalla RAGAZZA e va verso l’UOMO.
RAGAZZO – Non posso. Non posso lasciarla qui.
Ma non posso costringerla a venire con me.
Non so cosa devo fare. Non lo so.
UOMO – Non puoi restare qui.
RAGAZZO – Un giorno me ne andrò.
UOMO – Non succederà.
RAGAZZO – Io voglio stare con lei.
UOMO – Dovrete aspettare molto tempo.
E intanto ti ammalerai.
RAGAZZO – No.
UOMO – Guardami. Mi riconosci?
Il RAGAZZO non risponde, si allontana. Va verso la RAGAZZA.
RAGAZZO – Resto con te. Sì.
La RAGAZZA abbraccia il RAGAZZO.
RAGAZZA – Andiamo a casa.
RAGAZZO – Da tuo padre?
RAGAZZA – Non adesso. Domani.
RAGAZZO – Domani?
RAGAZZA – Te lo prometto, sì.
RAGAZZO – Ti amo.
RAGAZZA – Ti amo anch’io.
Il RAGAZZO e la RAGAZZA si baciano ed escono.
UOMO – Il destino.
Non si può modificare.
La VECCHIA guarda l’UOMO.
VECCHIA – Avresti dovuto portarla via.
L’UOMO guarda la VECCHIA.
UOMO – Lo so.
VECCHIA – Avresti dovuto averne cura.
UOMO – Ci ho provato.
VECCHIA – Va’ da lei. Riprendila.
UOMO – Non so se voglio.
VECCHIA – E cosa vuoi?
UOMO – Non lo so. Anch’io ormai non lo so più.
Riprenderla, lasciarla. Non so.
Abbiamo aspettato troppo tempo.
Anni perduti. Attimi rubati. Nasconderci, sempre.
Poi la libertà.
Ingannarci di essere ancora felici. Ingannarci e basta.
La felicità dura poco. La nostra era finita da molto tempo.
Entra il PADRE. L’UOMO lo guarda.
UOMO – Tu? Cosa ci fai qui?
PADRE – Vado via.
UOMO – Sei morto tanto tempo fa.
PADRE – Non per lei. Non per te.
UOMO – Già.
PADRE – Lei dov’è?
UOMO – È andata via.
PADRE – Sei stato tu, a lasciarla andare?
UOMO – Sì.
Si sente la voce di una BAMBINA. Chiama il padre, piange.
UOMO – Chi è?
PADRE – La mia bambina.
UOMO – La tua bambina?
PADRE – Sì.
UOMO – Sta piangendo.
PADRE – La sento.
UOMO – Devi andare da lei.
PADRE – Sto partendo.
UOMO – Partendo?
PADRE – Vado via da qui.
UOMO – E la tua bambina?
PADRE – Non può venire con me.
UOMO – Non puoi lasciarla.
PADRE – Devo farlo.
VECCHIA (al PADRE) – È sola. Non ha nessuno al mondo, al di fuori di te.
Il PADRE guarda la VECCHIA.
VECCHIA – Torna da lei.
Il PADRE si allontana dall’UOMO e va verso la VECCHIA.
PADRE – Devo andarmene da qui. Devo lasciarla.
VECCHIA – Devi prenderti cura di lei.
PADRE – Non ci riesco.
VECCHIA – Lei ti aiuterà.
PADRE – Non può aiutarmi.
Mi sembra di impazzire. Non la volevo, questa vita.
Impazzirò. Se resterò qui un altro giorno, impazzirò.
VECCHIA – La tua bambina ti aiuterà.
Si sente di nuovo la voce della BAMBINA. Il suo lamento, il suo pianto. Il PADRE non si muove.
Entra la DONNA, guarda il PADRE.
DONNA – Papà?
Il PADRE si gira verso la DONNA.
DONNA – Papà.
Il PADRE abbassa lo sguardo. La voce della BAMBINA quasi non si sente più.
DONNA – Ho visto una bambina.
Piangeva, urlava, cercava suo padre.
L’ho presa in braccio, le ho dato un bacio.
Le ho detto “vieni con me”. Non voleva.
Aspetta il padre, lo vuole aspettare.
Le ho detto che sarei ritornata a prenderla.
Quella bambina mi aspetta. Devo prenderla con me.
UOMO – Non puoi.
DONNA – Non ho bisogno di te.
Farò tutto da sola. La crescerò. Mi occuperò di lei.
UOMO – Quella bambina non c’è.
DONNA – Non l’hai vista, tu.
Piangeva. Era piccola. Bella.
PADRE (alla DONNA) – Mi dispiace.
DONNA – Di cosa?
Il PADRE non risponde.
DONNA – Di cosa ti dispiace, papà?
PADRE – Sono stato cattivo.
DONNA – Cosa stai dicendo?
PADRE – Stavo per abbandonarti, tanto tempo fa.
DONNA – Non è vero.
PADRE – Era buio, faceva freddo. Sono uscito di casa e ho iniziato a camminare.
Poi la tua voce. Gridavi, urlavi il mio nome. Piangevi.
Mi sono girato, sono tornato da te.
La DONNA non riesce a dire niente.
PADRE – Mi dispiace. Scusa.
Si sente di nuovo la voce della BAMBINA che chiama il PADRE e piange.
PADRE – Devo andare da lei.
DONNA – Non andare.
PADRE – Sta piangendo, la senti anche tu.
Il PADRE fa per uscire ma la DONNA lo blocca.
DONNA – Perché volevi abbandonarmi?
PADRE – Non era tua la colpa. Solo mia.
DONNA – Perché?
PADRE – Non potevo più starci qui.
DONNA – Mi hai sempre detto che tu e la mamma mi volevate.
PADRE – Non era vero.
DONNA – Non mi volevate?
PADRE – Ti ho amato tanto.
DONNA – Stavi per abbandonarmi.
PADRE – Ma poi mi sono preso cura di te. Tutta la vita.
DONNA – Una prigione.
La nostra casa. La nostra vita.
Perché?
PADRE – Mi dispiace.
DONNA – Ho rinunciato a tutto, per te.
PADRE – Ho sbagliato. Avrei dovuto lasciarti andare, molto tempo fa.
La DONNA guarda l’UOMO. Il pianto della BAMBINA diventa sempre più forte.
PADRE – Devo andare da lei.
La DONNA non gli risponde.
PADRE – Torno a prenderti.
DONNA – No.
PADRE – Torno a prenderti, sì.
DONNA – Non devi tornare.
PADRE – Torno.
DONNA – Non voglio.
PADRE – Ma ora vado da lei.
DONNA – Lasciala. Me ne occuperò io.
PADRE – E’ mia figlia. Ha bisogno di me.
Il PADRE dà un bacio alla DONNA. Lei resta immobile.
Il PADRE esce e poco dopo il pianto della BAMBINA cessa.
L’UOMO guarda la DONNA.
UOMO – Stai bene?
DONNA – Non credo. No.
UOMO – Ti stavo cercando. Ero preoccupato per te.
La DONNA guarda l’UOMO.
DONNA – Stavo per salire lassù.
Ricordi? Volevi farmi vedere il tramonto.
Non lo hai mai fatto, poi. Perché?
UOMO – Non sono riuscito a fare tante cose.
DONNA – Ho camminato per un po’.
Piangevo, gridavo. Speravo che venisse qualcuno.
UOMO – Sono qui.
DONNA – Eppure non dovresti essere qui.
Non lo vuoi, in verità. E anche io, non lo voglio.
UOMO – Andiamo a casa.
DONNA – Ha senso?
UOMO – Non lo so.
DONNA – Non lo sai?
UOMO – No.
DONNA – Un’abitudine.
La nostra. Noi.
Pausa.
DONNA – Vorrei andare via.
Vorrei andare da quella bambina.
Prenderla con me e andare lontano.
UOMO – L’avresti voluta. Una bambina.
DONNA – Anche tu.
UOMO – Già.
La DONNA estrae dalla tasca della giacca un fiore rosso.
DONNA – Guarda.
L’UOMO guarda il fiore.
UOMO – Dove lo hai trovato?
DONNA – Mentre camminavo. Era lì.
Prendilo. È per te.
L’UOMO prende il fiore.
UOMO – Rosso come il sangue.
La DONNA sorride all’UOMO, poi abbassa lo sguardo. Anche lui fa lo stesso.
Pausa.
DONNA – Dobbiamo separarci.
L’UOMO non dice niente.
DONNA – Non possiamo più stare così.
L’UOMO continua a non dire niente.
DONNA – Ti amo, lo sai.
UOMO – Ti amo anch’io.
DONNA – Ma devo andare via.
Avremmo dovuto farlo, insieme.
Avremmo dovuto farlo tanto tempo fa.
UOMO – Sì.
DONNA – Ho sbagliato. Ho rovinato tutto.
UOMO – Non dire così.
DONNA – La nostra vita. I nostri sogni.
UOMO – Non è vero.
L’UOMO e la DONNA si guardano.
DONNA – Dobbiamo separarci.
UOMO – Sì. Lo so.
L’UOMO e la DONNA non riescono più a dirsi niente.
La DONNA va verso l’UOMO, lo abbraccia. Restano per un po’ ad abbracciarsi.
DONNA – Addio.
UOMO – Addio.
La DONNA se ne va. L’UOMO non fa nulla per trattenerla e la guarda andare via.
Pausa.
VECCHIA – Senti il vuoto adesso.
Finito l’inganno.
L’UOMO guarda la VECCHIA.
UOMO – Cosa farò?
VECCHIA – Vai via da qui.
UOMO – Era quello che volevo. Un tempo. Adesso non lo so.
VECCHIA – Sali lassù. Sulla cima del monte.
Guarda le strade, le luci. Senti i rumori dell’altra città.
E’ lì che devi andare.
Hai aspettato tanto, lo so. Hai dovuto farlo.
UOMO – Sono stanco.
VECCHIA – Non è finito il tempo.
UOMO – Non desidero più niente ormai.
VECCHIA – Non è vero.
UOMO – Cosa farò?
VECCHIA – Un fiore rosso. Una promessa. Va’.
L’UOMO guarda il fiore. Poi, guarda la VECCHIA, va verso di lei e glielo porge.
La VECCHIA guarda il fiore, lo prende, sorride all’UOMO.
UOMO – Ci rivedremo?
VECCHIA – Sì.
L’UOMO, lentamente, si allontana. Entra il PADRE, lo ferma.
PADRE – Dove vai?
UOMO – Salgo sul monte. Cammino verso l’altra città.
PADRE – È tutto buio.
UOMO – È finita.
PADRE – Lei non c’è?
UOMO – È finita.
PADRE – Dov’è andata, dov’è?
UOMO – Non lo so.
PADRE – Anche la mia bambina. È andata via.
UOMO – Se n’è andata?
PADRE – Sono tornato indietro. Non c’era più.
UOMO – Dove può essere andata?
PADRE – Non lo so. L’ho cercata, non c’è.
UOMO – Adesso puoi andare via. Sei solo ormai.
PADRE – Solo?
UOMO – Volevi essere solo.
PADRE – No.
Pausa.
UOMO – Addio.
L’UOMO esce.
La VECCHIA guarda il PADRE.
VECCHIA – Tua figlia sta bene.
Ha bisogno di vivere la sua vita.
Ricordi quel giorno?
Era nata da poche ore. Non riuscivi a guardarla.
Il PADRE guarda la VECCHIA.
VECCHIA – Non l’hai mai guardata, in realtà.
Il PADRE abbassa lo sguardo.
PADRE – Morirò.
VECCHIA – Sì.
PADRE – Presto.
VECCHIA – Lo so.
PADRE – Non voglio lasciarla.
VECCHIA – Lo hai già fatto.
PADRE – Non voglio.
VECCHIA – Ora lei ha lasciato te.
PADRE – Dov’è andata?
VECCHIA – È lontana ormai. È già lontana.
PADRE – Dov’è?
La VECCHIA non risponde.
PADRE – Morirò?
VECCHIA – Sì.
Il PADRE guarda la VECCHIA. Poi, si allontana e se ne va. La VECCHIA resta sola, lo sguardo fisso davanti a sé.
Entra la BAMBINA, vede la VECCHIA, la guarda per un po’.
BAMBINA – Chi sei?
La VECCHIA guarda la BAMBINA.
VECCHIA – Chi sono?
BAMBINA – Sì. Tu. Chi sei?
La VECCHIA sorride alla BAMBINA.
VECCHIA – Non sono nessuno.
BAMBINA – Non puoi essere nessuno.
VECCHIA – Tu chi sei?
BAMBINA – Una bambina.
VECCHIA – Cosa ci fai qui?
BAMBINA – Gioco.
VECCHIA – Sei sola?
BAMBINA – Sì.
VECCHIA – Devi tornare a casa.
BAMBINA – Anche tu.
VECCHIA – Io non ho una casa.
BAMBINA – Tuo padre non c’è?
VECCHIA – No.
BAMBINA – Dov’è?
VECCHIA – È morto. Tanto tempo fa.
BAMBINA – E non ritorna?
VECCHIA – No. Non ritorna più.
BAMBINA – Perché?
VECCHIA – Quando si muore, non si può ritornare.
BAMBINA – Ah.
Pausa.
BAMBINA – Io sono morta?
VECCHIA – No. Tu no.
BAMBINA – Quindi posso ritornare da mio padre?
VECCHIA – Certo, sì.
BAMBINA – E tu?
VECCHIA – Cosa?
BAMBINA – Sei morta?
VECCHIA – Non ancora.
BAMBINA – Perché dici non ancora?
VECCHIA – Tutti muoiono, prima o poi.
BEMBINA – Ah.
Pausa.
BAMBINA – Anche io?
VECCHIA – Un giorno.
BAMBINA – Anche tu?
VECCHIA – Sì.
BAMBINA – Anche mio padre?
VECCHIA – Sì.
BAMBINA – Non è vero.
VECCHIA – È così.
BAMBINA – Non voglio.
VECCHIA – Adesso non pensarci più.
Pausa.
BAMBINA – Posso venire vicino a te?
La VECCHIA annuisce e la BAMBINA si avvicina a lei.
BAMBINA – Cos’hai lì?
La VECCHIA guarda il fiore.
VECCHIA – Lo vuoi?
BAMBINA – Cos’è?
VECCHIA – Un fiore.
BAMBINA – È magico?
VECCHIA – Sì.
La BAMBINA sorride.
BAMBINA – Posso vederlo?
VECCHIA – Tieni. Adesso è tuo.
La VECCHIA porge il fiore alla BAMBINA. Lei lo prende, sorride.
BAMBINA – Vuoi giocare con me?
VECCHIA – Sì.
BAMBINA – Giochiamo che io mi nascondo?
VECCHIA – Va bene.
BAMBINA – Tu conti fino a dieci e poi mi vieni a cercare.
VECCHIA – Nasconditi. Va’.
La BAMBINA corre via. La VECCHIA chiude gli occhi e inizia a contare molto lentamente.
VECCHIA – Uno. Due. Tre.
Entra la DONNA.
VECCHIA – Quattro. Cinque. Sei.
Entra la RAGAZZA e guarda la DONNA.
VECCHIA – Sette. Otto. Nove.
Entra la BAMBINA.
VECCHIA – Dieci.
La DONNA va verso la BAMBINA e la prende per mano. Escono.
La RAGAZZA le guarda andare via, poi anche lei si allontana e se ne va.
La VECCHIA apre gli occhi, non si muove, non dice niente. Sa che non può andare a cercare la bambina, e infatti non lo fa. Sa che la BAMBINA non tornerà, e quindi non l’attende. Resta così. Lo sguardo fisso davanti a sé. Una lacrima le scende dagli occhi.