Viso pallido, vestiti dalle lunghe pieghe nere o grigie, rigorosa ma solo apparentemente austera, Nadia Boulanger leggeva più facilmente una partitura di un giornale, pensava con le note prima ancora che con le parole. Cattolica devota, decise di non sposarsi e votarsi alla musica. 

È stata tra i didatti più influenti del Novecento, una delle prime direttrici d’orchestra (la più autorevole), dall’Orchestre Philharmonique de Paris alla London Philharmonic Orchestra, la prima direttrice della Boston e della New York Symphony Orchestra, e una testimone d’eccezione di tutto quel che è accaduto in un secolo di musica, confrontandosi sempre con i più grandi, da Gounod a Barenboim.

Nata nel 1887 – il padre era compositore, figlio a sua volta di una celebre cantante d’opera, la madre, una principessa russa –, Nadia si era dimostrata eccezionalmente dotata e da bambina era entrata in conservatorio, un luogo dove al tempo le ragazze erano rare semplicemente perché non avrebbero potuto affrontare la carriera. Entrò presto a far parte del cosiddetto Gruppo di Fauré, con Ravel, Cortot, Ducasse, Enescu, e iniziò subito la professione: rimasta orfana di padre a soli tredici anni, con un’adorata sorellina Lili, talentuosa compositrice, affetta da gravi problemi di salute, Nadia teneva concerti, iniziava a dare lezioni a ragazzini coetanei e dal 1903 sostituiva Fauré come organista alla Madeleine.

Mademoiselle Boulanger è sempre stata aperta al moderno e alle nuove sperimentazioni, dalle avanguardie della Parigi di inizio secolo alla dodecafonia, “le dissonanze di oggi sono le consonanze di domani” diceva

Nel 1908 era candidata al Prix de Rome per la composizione, e in commissione si trovò Saint-Saëns, mostro sacro noto per considerare le musiciste donne “uno scherzo della natura”. Per la prova della fuga a quattro voci su basso assegnato, che la prassi prevedeva di elaborare con linee vocali, Nadia ritenne il soggetto non adatto alle voci ed elaborò invece un brano strumentale. Saint-Saëns ne propose immediatamente l’eliminazione dal concorso e sulla stampa si scatenò un’accesa polemica. Intervenne il ministro dell’Istruzione in persona a difesa della giovane, che alla fine ottenne il secondo premio. E l’affaire fugue aveva intanto aperto la strada del prestigioso Prix de Rome alle donne. 

Rigorosa negli studi, Mademoiselle Boulanger è sempre stata aperta al moderno e alle nuove sperimentazioni, dalle avanguardie della Parigi di inizio secolo alla dodecafonia, “le dissonanze di oggi sono le consonanze di domani” diceva, fino ad apprezzare poi negli ultimi decenni anche le applicazioni del computer alla musica. 

Da ragazza frequentava

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