Per chi ha conosciuto la storia dell’Eternauta sui vecchi numeri di «Lanciostory», la notizia della serie ha suscitato un misto di eccitazione e paura. Difficile fare meglio del capolavoro di Oesterheld e López, un classico che si è posto fin dall’inizio come opera di rottura nella storia del fumetto. Al tempo stesso, l’Eternauta sembrava perfetto per una narrazione seriale: effetti visuali, epica, pluralità di personaggi, colpi di scena. In una Buenos Aires ricoperta improvvisamente da una neve tossica, un gruppo di persone cerca di sopravvivere e di capire che cosa sia successo, unendo interessi personali (un padre che cerca la propria figlia) a necessità collettive. Un soggetto simile a tante serie distopiche contemporanee.
Non è un caso che, solamente in Argentina, vi fossero stati numerosi tentativi di portarlo sullo schermo, che non si erano concretizzati per diversi motivi, dall’arrivo della pandemia nel 2020 che ha ritardato anche la produzione di Netflix (quando si dice la realtà che supera la fantasia) a problemi con gli eredi di Oesterheld, passando per classiche difficoltà di budget. La delusione poteva essere enorme, ma la sfida era sicuramente affascinante. C’è da aggiungere che l’Eternauta ha avuto una storia editoriale travagliata, e già dalla scelta di Netflix su quale Eternauta portare sullo schermo è possibile capirne alcuni aspetti: Oesterheld ne pubblica una prima versione, con i disegni di Solano López, dal 1957 al 1959. Pur essendoci riferimenti politici (in particolare all’allontanamento del presidente Perón ad opera dei militari nel 1955), si tratta di una narrazione meno militante, una sorta di Guerra dei mondi di Wells adattata al contesto argentino. È questa la versione che interessa Netflix, molto meno radicale di quella del 1969 disegnata da Breccia (nel frattempo le idee di Oesterheld si erano ulteriormente spostate a sinistra) e del sequel del 1976, disegnato da López in esilio mentre Oesterheld, in clandestinità, veniva catturato e ucciso dalla dittatura militare. La versione iniziale rappresenta un modello ideologico molto più vicino ad una piattaforma come Netflix.

La serie opta per distanziarsi fin dall’inizio dal fumetto: l’Argentina Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo. Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.Questo contenuto è visibile ai soli iscritti