La vita di due giovani poeti, Belano e Lima (molto, troppo somigliante alle parabole esistenziali dello stesso Roberto Bolaño e del suo amico e guru Mario Santiago Papasquiaro), che hanno idee ribelli, che si scaldano solo a parlare di beatnik, che un giorno si mettono a disquisire sull’eventuale morte di William Burroughs come di una questione capitale in grado d’indirizzare il corso della Storia: «In realtà, sono giovanissimi e sono anche, a modo loro, vigorosi e credono nel potere lenitivo della letteratura. Recitano Omero e Frank O’Hara, Archiloco e John Giorno, e le loro vite scorrono, anche se i due non lo sanno, sull’orlo dell’abisso». Questa è solo una delle trame – esili, talvolta prossime all’inesistenza – dei racconti inediti di Roberto Bolaño contenuti ne Il segreto del male, che ora Adelphi presenta al pubblico italiano insieme alle raccolte già uscite (con le traduzioni di Barbara Bertoni e Ilide Carmignani). E viene da pensare che questi racconti nevrotici, autentici pezzi d’intelligenza che spesso precipitano nel nulla, con finali che più che aperti sembrano troncati, possano rappresentare la quintessenza di Bolaño, un cane sciolto, uno che non ha finito gli studi, un idiota letterario dilettante, un nerd occhialuto che ciondola per strada sempre con un libro in mano. Uno che, vicino alle idee socialiste di Allende, torna in Cile giusto in tempo per vedere il colpo di stato di Pinochet e che, fondando la sgangherata avanguardia dell’infrarealismo (proprio con l’amico e guru Mario Santiago Papasquiaro), riesce a mettersi contro tutto l’establishment letterario messicano. 

Romanzieri, cioè scrittori di racconti

Come diversi corteggiatori del romanzo monstre, del romanzo-romanzo, del romanzo totale, dell’iper romanzo – nel suo caso questa massa narrativa fuori formato prende il nome di 2666 – anche Roberto Bolaño per autobilanciarsi è un deciso frequentatore della forma breve. È successa la stessa cosa a tanti altri scrittori di racconti, si pensi a James Joyce con Ulisse o a Julio Cortázar con Rayuela. Chi non ama le mezze misure, chi

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