Nel settembre del 2021 ho partecipato a una ricerca accademica sulle risposte controtransferali degli psicoterapeuti quando incontrano pazienti con incongruenza di genere. Gli psicoterapeuti di marca psicodinamica, infatti, sono abituati a lavorare sulle loro reazioni nelle sedute, che rubricano insieme sotto l’etichetta di controtransfert, perché sono un importante strumento di lavoro. Quando siamo con i nostri pazienti noi proviamo delle emozioni, degli stati d’animo che sono indotti dai racconti che riceviamo e dai comportamenti che osserviamo. Queste emozioni ci fanno immaginare come si sentano le altre persone che sono in relazione con il nostro paziente, oppure, ci fanno capire come si sente il paziente il quale, non di rado, si adopera inconsciamente per farci sentire nel modo in cui egli stesso si sente. Altre volte ancora, siccome il paziente ci ricorda aspetti della nostra vita messi da parte, problematiche irrisolte, fino a spauracchi di ordine socioculturale, i nostri stati d’animo si rivelano particolarmente reattivi, e allora sorvegliarli diventa importante per evitare di commettere errori. 

I pazienti con incongruenza di genere oggi sono il vessillo di una battaglia culturale che li riguarda solo tangenzialmente

Come ebbi modo di dire durante l’intervista per la ricerca, io non avverto particolari ombre sulla disforia di genere.

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