La clinica non sorge. E non c’è nemmeno un cielo. Ci sono solo menti. Affaticate, disturbate. Irregolari.

Sincopate. Interiettive. Cancellanti.

Ma lasciamo perdere queste cose, ora.

Il caffè che abbiamo scelto per il nostro incontro è dalle mie parti. Stavolta lei si è degnata di venire dalle mie parti. Non che io meritassi che lei si degnasse di venire dalle mie parti. E poi, quali parti. Ghigno.

Ok, lei è seduta di fronte a me, ed è proprio lei. È lei da circa vent’anni. È la persona, è quella che non puoi mancare nella vita. In una vita, di persone come lei, ogni uomo ne trova una. Generalmente, poi, si fa odiare e la perde. Ma è anche esagerato dire che è lui a farsi odiare, più spesso entrambi esplodono come granate, come bombe a orologeria, meglio.

Chi ha settato il timer? Lo abbiamo fatto insieme, incasinando tutto, poi l’abbiamo dimenticato come un sogno.

È una madre, una sorella, un’amante – anche se le relazioni sessuali con lei non riescono mai, lei è troppo aggressiva, troppo violenta, troppo maschile, e anche troppo affamata di sesso perché deve compensare tutta la frustrazione e il dolore che ha dentro, tu sei troppo intimidito e ansioso, e anche troppo contraddittorio, in bilico tra lo scoparti una madre o una figlia (sembri un personaggio psicopatico di un’opera che Wagner e Verdi avrebbero potuto scrivere insieme, come sognò il chedivè Ismail Pascià, e infatti non ti schieri, li ami entrambi), non ti sei mai deciso, no, non riescono mai le prestazioni sessuali –, ma soprattutto è una bocca. La bocca di lei sa emettere la voce, ha una dizione che molte persone investite di un ruolo pubblico si sognano, e sopra la bocca, non necessariamente, sembrerebbe, c’è tutto il resto, il naso, gli occhi, le sopracciglia, che lei ha particolarmente folte e, sembrerebbe pure, non si degni di curare troppo, campi di erbe e piante spontanee. Ma forse è solo che nessuno glielo ha mai fatto notare, che ha sopracciglia ispide. Io, adesso, di certo non glielo faccio notare. Ora non c’è da osare. Ora c’è solo da ringraziare.

Sono onorato di conoscerti, le dico, sono onorato di conoscerti da vent’anni…

Taglia con le cazzate, dice lei.

Questo contenuto è visibile ai soli iscritti

Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo.

Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.