Siamo sicuri che il mese più crudele sia aprile e non ottobre? Il mio ottobre ha segnato la fine dell’ultimo amore, una storia estiva da manuale ma senza happy ending à la Grease. Alla fine dell’estate, per me coincisa con la partenza dalla Sicilia verso nord, lui mi scrive e performa una canzone con versi rubacchiati ad Annalisa (“Sembra l’agosto del ’96”), a Niccolò Fabi (“Ho lasciato scappar via l’amore”) e a una mia poesia (viva l’intertestualità!). Piange accompagnandomi al treno per mollarmi poi pochi giorni dopo per tornare con la ex, come nei reel di Tiktok più cliché. 

Gli amici parlano di love bombinggaslighting e stronzaggine da maschio bianco etero basic (mi ha tenuto ottima compagnia una sera la pagina instagram @bugiedegliuomini). Le amiche mi chiedono dove abita e si offrono in massa di picchiarlo per farmi sentire la sisterhood

Come per tutti gli eventi destabilizzanti della vita, poiché ho Marte in Pesci e non posso fare a meno di castrare la rabbia, inizio a cercare nella letteratura consolazione e copioni emotivi da mettere in atto. Quando vado in libreria, da anni ormai mi piace adottare il “metodo Sant’Agostino”, vale a dire quello che Petrarca sul monte Ventoso praticava aprendo a caso Le Confessioni per trovare una qualche verità che gli parlasse. Guardo gli scaffali aspettando che una copertina mi chiami, apro sulla pagina da cui mi sento convocata energeticamente e spero nell’epifania. 

Il primo incontro è stato sorprendente e magistrale: La bellezza del marito di Anne Carson (La Tartaruga Edizioni, 2022) è un manualetto/tango in versi e prosa per sottone consapevoli e masochiste, di fattura eccellente.

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