Nel cuore del cristianesimo si cela un paradosso profondo: la maternità non è esclusiva delle donne né limitata alla dimensione biologica. È una vocazione universale che riguarda ogni essere umano. San Francesco d’Assisi, nella Seconda Lettera ai fedeli, afferma con forza: «Siamo sposi, quando per lo Spirito Santo l’anima fedele si unisce a Gesù Cristo. Siamo suoi fratelli quando facciamo la volontà del Padre; siamo madri quando lo portiamo nel cuore e nel corpo con amore e coscienza pura». Essere madre significa generare Cristo dentro di sé e offrirlo al mondo attraverso gesti concreti di amore e misericordia.
La maternità cristiana è un processo interiore e spirituale che si manifesta nel prendersi cura di chi è fragile, nel dare senza aspettare nulla in cambio. Ogni atto di compassione è un parto spirituale. Francesco stesso dimostrò questa maternità nella sua vita: si prese cura dei lebbrosi con tenerezza materna, abbracciandoli e lavando le loro piaghe, nonostante il disgusto iniziale. Il suo amore era generativo, capace di creare vita dove c’era soltanto desolazione.
L’immagine della maternità è centrale anche nella visione teologica della Vergine Maria, che è madre non solo di Cristo, ma di tutti i credenti. Francesco le dedicò il Saluto alla beata Vergine Maria, chiamandola “Madre della santa carità” e “Vergine fatta Chiesa”. In lei vedeva la figura perfetta di chi genera vita spirituale attraverso la fede e la totale apertura a Dio.
La nutrizione spirituale
Uno degli episodi più suggestivi delle Fonti Francescane è il sogno mistico di Chiara d’Assisi, descritto in antiche cronache. Nella visione, Chiara Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo. Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.Questo contenuto è visibile ai soli iscritti