Don Chisciotte era un giocatore di ruolo? E Madame Bovary? Certamente questi personaggi hanno qualcosa in comune con i role player: innanzitutto l’essere talmente sedotti da un certo immaginario fantastico (le avventure cavalleresche, i romanzi d’amore) da volerlo fare proprio e viverlo in prima persona. Tuttavia, la risposta è no, non erano giocatori di ruolo, perché loro non giocavano affatto.

Non è facile dare una definizione esauriente di che cosa sia un gioco – categoria che, come è noto, tiene sotto la sua bandiera una grande varietà di attività anche molto diverse tra loro –, ma possiamo tenere per buone le caratteristiche basilari che Roger Caillois individuava nel suo I giochi e gli uomini. Per Caillois un gioco necessariamente è un’attività liberaseparataincertaimproduttivaregolata fittizia. Ebbene, sappiamo che nel momento in cui Don Chisciotte si identifica in un cavaliere o Emma Bovary in un’eroina romantica stanno compiendo un’attività non separata dal resto della loro vita (al contrario quell’illusione condiziona tutta la loro esistenza) né regolata (non c’è nessuna regola per cui i mulini a vento dovrebbero essere dei giganti o un catino da barbiere essere l’elmo di Membrino) e soprattutto non fittizia, dato che Caillois con questo termine intende proprio che l’attività implica la consapevolezza che il gioco sta su un piano diverso rispetto alla realtà ordinaria.

Partendo da queste premesse diventa semplice sfatare l’accusa più banale che si può rivolgere ai giochi di ruolo, cioè che siano una forma di escapismo. È vero che giocarli significa “mettere in pausa la realtà”, ma il giocatore di ruolo è precisamente colui che domina i meccanismi che regolano i rapporti tra realtà e finzione. In un certo senso è la persona meno incline a “perdersi” nella finzione, perché è allenato a entrare e uscire dai suoi confini. Il gioco di ruolo è un sistema in cui la finzione è addomesticata, viene confinata all’interno di un recinto ben definito, mentre il suo potere creativo è incanalato in una serie di regole. 

Quest’anno i giochi di ruolo cartacei compiono cinquant’anni. Era il 1974, infatti, quando uscì la versione originale del primo role play della storia, che ancora oggi è considerato il gioco di ruolo per eccellenza: Dungeons and Dragons

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