Come ogni mese, Federico Nicolao ci parla di eventi e mostre d’arte passati, presenti e futuri: Non è detta l’ultima parola.
Se n’è parlato
Casa Italia
Curioso successo l’allestimento di Casa Italia ai giochi olimpici di Parigi nel Pré Catelan, l’edificio nel quale si celebrò la nascita nel 1894 dei primi giochi dell’età moderna. Con il progetto Ensemble dove si ritrovano atleti e dirigenti sono le opere di architetti, designer e artisti a farla da padrone raccontando le eccellenze del nostro paese: da Vincenzo Agnetti a Claire Fontaine, da Piero Lissoni a Sottsass, da Francescl Jodice a Gaetano Pesce nell’oasi italica primeggia l’energia di un paese da sempre invisibile a se stesso e straordinariamente ospitale.

Se ne parla
Luigi Serafini
Una casa ontologica: si chiama così l’imperdibile mostra di Luigi Serafini. Lontano da ogni catalogazione possibile e allergico a ogni appartenenza, uno degli artisti italiani più originali di queste prime decadi degli anni 2000 è esposto al Macro di Roma grazie all’ormai abituale capacità di immaginare il museo contemporaneo del suo direttore Luca Lo Pinto.
Partendo da uno degli spazi più suggestivi dell’arte italiana, la casa del maestro, che rischia tutt’ora follemente di scomparire a causa di uno sfratto, ecco iniziare invece un viaggio onirico e reale su come concepire e abitare uno spazio.
Liliana Moro
Una personale di Liliana Moro a Milano. La mostra è una versione aumentata della personale dedicatale dal Kunstmuseum in Liechtenstein. Ne ripercorre dal 1988 a oggi la carriera al PAC e ci restituisce tra l’altro la notevole importanza nella sua opera del suono. Moro aveva fatto a Milano i suoi studi. Nelle sue installazioni in realtà viene fatto entrare il tempo e lo spettatore accompagna l’artista per un tratto, ripartendo con la sensazione d’aver da continuare a sua volta l’opera in nuove traiettorie di vita.

Se ne parlerà
L’âge atomique
Ogni epoca ha una percezione acuta della catastrofe o di un disastro che la minaccia e un entusiasmo che esplora il farmaco come veleno e il veleno come farmaco studiando quale un mantra la salvezza; e ogni epoca dimentica l’acutezza della gioia e della paura. Il Museo d’arte Moderna della Città di Parigi ci suggerisce di rileggere la modernità legandola alla storia dell’atomo. Con duecentocinquanta opere scelte con sapienza Julia Garimorth e Maria Stavrinaki concepiscono insieme una delle mostre più riuscite della rentrée.
Juri Bizzotto
Nel profondo rinnovamento che attraversa in questo periodo storico l’arte in Italia, grazie a una generazione che ha saputo cercare fuori dall’Italia i propri interlocutori, il giovanissimo Juri Bizzotto occupa un posto particolare all’incrocio tra passioni antiche come il disegno e conoscenze rinnovate messe al servizio di suono e immagine, performance e cura dell’oggetto. Tre piccole grandi mostre per lui in quest’estate europea: alla maison des glaces di Tonnerre in Borgogna, al Centro di Arte Contemporanea di Yverdon e i suoi imperdibili pastelli nell’ambito di una collettiva a Bologna alla galleria Enrico Astuni. Quest’ultima si protrae sino al 27 settembre.