Guardone, pappone, farabutto; oppure precursore, cervellone, bizzarro. Chi è davvero Riccardo Schicchi? Di sicuro è un agitatore politico e sociale che ha segnato la storia del nostro Paese.
Schicchi era in origine un ragazzino siciliano col sesso in testa che negli anni dell’infanzia entrava con l’ausilio di un binocolo nelle camere da letto del vicinato e sforacchiava le cabine degli stabilimenti balneari alla ricerca di donne nude. Con l’adolescenza incontra i suoi primi spiriti-guida: un professore gay che gli insegna tutta la storia della sessualità; Battistini, il direttore di «Men», che gli dà lezioni di fotografia erotica tra un arresto e l’altro per oltraggio al pudore; infine Manlio, un giornalista del «Manifesto» con il quale si formò politicamente durante le occupazioni universitarie. La storia di Riccardo Schicchi sembra essere stata tumultuosa sin dalla sua nascita.
L’agitatore politico abbandona la facoltà di architettura e comincia la sua lotta contro tutti. I primi acerrimi nemici sono la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista: i partiti più bigotti in assoluto. Poi il confronto con il doppiogiochismo del Partito Socialista che si rimangiava continuamente la parola data. E infine il Partito Radicale che – nonostante la candidatura di Cicciolina al Parlamento – si rivelò una congrega di mummie. Ci si poteva fidare esclusivamente degli inviti in vacanza che Berlusconi rivolgeva a Cicciolina e delle collane di perle (rimando ad altre pratiche) che Sgarbi regalava alle new entry di Diva Futura. Insomma: la politica era affidabile solo quando palesava il suo secondo fine.
Si può parlare di Riccardo senza parlare direttamente di Riccardo: esaminando il rapporto che il regista ha avuto con le donne della sua vita e con tutto ciò che orbitava attorno all’agenzia Diva Futura. E, più nello specifico, intervistando Oltraggio al pudore, l’autobiografia pubblicata nel 1995 da Edizioni Arbor.
Cronologicamente, la prima donna con la quale è entrato in simbiosi è stata Ilona Staller, in arte Cicciolina. Quale ideale comune vi ha tenuto insieme per così tanto tempo?
«Entrambi detestavamo la normalità. Lei si innamorò della mia trasgressione, io della sua libertà. Potevamo fare qualunque cosa volessimo, con una tale sintonia che a volte sorprendeva noi stessi.
[…] Nelle piazze di Roma gremite di turisti, eccola alzarsi la gonna, si toglieva le mutandine e le sventolava all’aria. Si metteva sui cavalcavia del raccordo anulare a gambe larghe e i Tir bloccavano la strada. Consumavo tutti i rullini che avevo, la fotografavo in ogni parte. La nostra era una pazzia circolare che si alimentava di noi stessi e della voglia che avevamo di stupire gli altri».
Di Cicciolina, soprattutto all’apice del suo successo, si iniziò a vociferare che fosse un’infiltrata del Kgb inviata in Italia per destabilizzare la società. Pensa che sia possibile?
«In un libro sulla sua vita, si racconta che il suo primo fidanzato era figlio di un generale americano dei servizi segreti e che questi, dopo aver scoperto la vera identità di Ilona, spia del Kgb, fosse stato ucciso.
[…] Non mi stupirei se un giorno
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