Come si diventa autori, nel sistema mediatico del cinema odierno? Nella nicchia della critica italiana – la cui rilevanza e capacità di costruire una cultura condivisa sono notoriamente molto limitate, anche se non solo per colpa sua – Rodrigo Sorogoyen comincia a diventarlo solo ora, al quarto film e mezzo (più una serie tv e tante altre cose). Non che i più attenti non avessero notato i film precedenti, a volte relegati in sezioni laterali di festival importanti, a volte destinati a piattaforme o distribuiti a fine agosto. As bestas, fuori concorso a Cannes l’anno scorso, avrebbe tutte le carte per portare il quarantunenne regista madrileno a un pubblico più ampio, ma stante l’inesistenza o la dispersione degli spettatori curiosi e disponibili, l’occasione probabilmente è rimandata a quando, con il prossimo film, sarà nel concorso di un festival importante e finalmente vincerà qualcosa. (Come vanno in patria i suoi film? Per quel che si può capire dal web, bene ma non benissimo: incassano qualche milione di euro, ma non costano poco. Comunque è un nome.)

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