Il primo film realizzato da Todd Phillips, regista dei due Joker e della fortunata trilogia The Hangover, è un documentario di una cinquantina di minuti dedicato a un performer che si esibiva con una band punk: Hated. GG Allin and the Murder Junkies (1993). All’epoca, Phillips è un giovane studente squattrinato del corso di Documentario alla New York University con la passione del punk. Frequenta concerti, legge fanzine come «Maximum Rocknroll» e «Flipside». È un grande fan di GG Allin. Vuole realizzare il suo film di diploma con lui. Incontra così suo fratello Merle, bassista della band. Gli espone il progetto. C’è un problema. I Murder Junkies si sono presi una pausa. GG è rinchiuso in un penitenziario del Michigan per aver assalito una conoscente: “Aggressione con l’intento di arrecare gravi danni fisici, meno l’omicidio”. Ne avrà ancora per sei mesi. Nessun problema, pensa Phillips. Deve ancora trovare i soldi per finanziare il film. Emerge però un secondo problema. Una volta uscito dal carcere, GG si ritroverà in libertà vigilata per un anno, con l’obbligo di non lasciare il Michigan. Che fare? Aspettare che scadano i termini giudiziari? La soluzione la trova Allin al telefono: «Fanculo la libertà vigilata, pagami un biglietto dell’autobus e vengo a New York».
Nell’antichità, il potere lenitivo di urina ed escrementi è notorio. Si legga Plinio
Questa risposta, molto punk, indica che per lui non esistono limiti o confini. Vive in una dimensione anarchica. Vale solo il presente. L’istante. Non c’è futuro. Morirà nel 1993 per un’overdose di eroina, dopo il suo ultimo concerto: uno dei più truculenti. La violenza è la sua normalità. Il rock ’n’ roll, dice, deve tornare a essere pericoloso. Il sangue, insieme ad altri fluidi, compresa la merda, ha spesso circolato nei suoi show. Guardatelo nelle sequenze filmate da Phillips: nudo, con un collare al collo, gli stivali da texano, pieno di tagli, sporco di sangue, corre e scende dal palco, prende a pugni chi si trova nelle prime file. È impressionante vedere gli spettatori indietreggiare mentre lui si avvicina, completamente nudo. Scatena risse. Non ci sono separazioni tra il palco e la sala. Non era questa una delle promesse del punk? Farla finita con le star intoccabili sul palcoscenico? Beve fino allo stordimento. Si droga. Defeca. Raccoglie il tutto. Se lo cosparge in faccia, lancia i resti sul pubblico. Piscia, o si fa pisciare in bocca. Per festeggiare il suo compleanno un fan organizza un party e convoca una giovane amica. Sarebbe disposta a pisciargli in bocca? È ciò che avviene, mentre il fratello Merle filma tutto, compresi conati di vomito tra un sorso e l’altro. Nell’antichità, il potere lenitivo di urina ed escrementi è notorio. Si legga Plinio.
Sangue, sperma, piscio, merda, caos e rock ’n’ roll. Chiamare GG Allin un performer, significa alludere a ciò che negli anni Sessanta avevano realizzato gli “azionisti” viennesi. Con le loro azioni, Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo. Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.Questo contenuto è visibile ai soli iscritti