Se per caso vi è sfuggito, istruzioni per l’uso: i testi che seguono si possono leggere consecutivamente, come tanti capitoletti di un diario collettivo in cui tutti noi umani facciamo nel bene e nel male la nostra parte, ma per sapere chi ha detto cosa, basta cliccare sulla parola iniziale e si arriverà alle fonti.
In un’epoca di connessione ininterrotta, dormire è diventato il lusso per eccellenza e ha dato vita a una nuova moda: il turismo del sonno: viaggiatori insonni scelgono un albergo in base all’offerta di cuscini o prenotano ritiri in cui si prevedono attività capaci di indurre lunghe dormite. Il Mandarin Oriental di Ginevra, in collaborazione con una clinica privata specializzata, propone un pacchetto di tre giorni, che prevede l’elaborazione di programmi di sonno su misura per gli ospiti. Il Cadogan Hotel di Londra ha un servizio di Sleep Concierge, con l’ipnoterapeuta ed esperto del sonno Malminder Gill che offre un programma di meditazione guidata al sonno. In Thailandia, tra la vegetazione tropicale della Royal Coast, il naturopata residente del resort Civa-Som Hua Hin guida i clienti in tutto, dalla dieta agli ormoni che possono influenzare i ritmi circadiani.
Mentre la Corte Suprema degli Stati Uniti valuta se le amministrazioni cittadine possono perseguire penalmente chi dorme all’aperto o in tenda, le tiny homes (“case minuscole”, circa 6 mq) offrono un modo economico ed efficiente per costruire rifugi, fornendo una soluzione provvisoria alla crisi abitativa nazionale. Secondo la National Low Income Housing Coalition, negli Usa mancano 7,3 milioni di case per gli affittuari a bassissimo reddito. Secondo i dati, 12,1 milioni di americani pagano più della metà del loro reddito per l’affitto e, in una data notte del gennaio 2023, 653.100 americani non avevano un tetto sotto cui dormire.
Secondo un recente rapporto del Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti, il consumo dei data center, le strutture dove si addestrano i modelli e si eseguono i calcoli che rendono possibili gli strumenti di intelligenza artificiale, è triplicato nell’ultimo decennio e triplicherà ancora entro il 2028. Ipotizzando un uso medio del 50% della capacità dei centri, il rapporto specifica che fra tre anni gli Usa avranno bisogno di una capacità tra i 74 e i 132 terawattora (TWh) per alimentare queste infrastrutture chiave – più di quella generata da un paese come la Spagna (125,6 TWh nel 2023). Queste previsioni potrebbero rivelarsi al ribasso dopo che negli ultimi giorni il presidente Trump ha annunciato investimenti per 500 miliardi di dollari (circa 480 miliardi di euro) in quattro anni per potenziare l’IA.
I calzolai si adattano costantemente alla domanda, soprattutto negli ultimi anni: “In base alle mie analisi c’era una domanda molto alta di attrezzature sportive e da montagna”, spiega Clément Boutry, che ha aperto il suo negozio nel 2019 a Chambéry. Ci sono, secondo lui, tre tipi di clienti: “Gli anziani che da sempre abituati a riparare le scarpe, le persone tra i 40 e i 50 anni con figli a scuola, che per questo vi ricorrono spesso, e un numero crescente di giovani sotto i 30 anni che acquistano scarpe di seconda mano e sono disposte a investire nelle riparazioni più del prezzo dell’usato.”
I tirocini professionali sono sempre più dominati da laureati della classe media con famiglie dotate di buone relazioni sociali. Secondo uno studio condotto nel Regno Unito dal Sutton Trust, il divario tra i laureati della classe operaia e quelli della classe media che accedono agli stages è aumentato. I laureati di Londra hanno una probabilità significativamente maggiore di svolgere uno stage rispetto a quelli delle Midlands occidentali, dello Yorkshire, della Scozia e del Galles. La percentuale di laureati della classe operaia che ha completato uno stage è del 36%, rispetto al 55% dei loro coetanei della classe media. Questo divario è cresciuto da 12 a 19 punti percentuali dal 2018. Il Trust sostiene che troppi tirocini non sono retribuiti, il che tra l’altro sarebbe illegale.
Un forum di Reddit è intitolato semplicemente Ugly, “Brutti”. In cima ai post si trovano titoletti come “L’imbarazzo quotidiano dell’esistenza”, “Vedermi in una fotografia mi rovina la giornata”, “La gente mi tratta come se non fossi nemmeno umana”. Più di uno racconta di come abbia iniziato a limitare i contatti o a indossare maschere Covid in pubblico. Molti parlano di “privilegio della bellezza” e in un post un utente si lamenta che le persone belle, se commettono errori sul lavoro, vengono perdonate, e le persone brutte no.
Il rapporto della Human Fertilisation and Embryology Authority ha rilevato che il 6% di tutti i cicli di fecondazione assistita riguarda donne senza partner, che ricorrono a un donatore di sperma. In media le single hanno 36 anni quando si sottopongono alla FIV, un’età di poco superiore a quella media di 35 anni delle coppie che si sottopongono al trattamento di fertilità. Tuttavia, l’HFEA ha dichiarato che le single scelgono sempre più spesso di sottoporsi al trattamento in età più giovane, rispetto alla media di 38 anni del 2008, il che riflette “una riduzione dello stigma sociale” nei confronti dell’avere figli da sole.
Negli ultimi due decenni, la narrativa letteraria è diventata un’attività prevalentemente femminile. I romanzi sono sempre più scritti da donne e letti da donne. Nel 2004, circa la metà degli autori presenti nella classifica dei best-seller di narrativa del New York Times erano donne e circa la metà uomini; quest’anno, la lista sembra essere composta per più di tre quarti da donne. Secondo diversi rapporti, le lettrici rappresentano oggi circa l’80% delle vendite di narrativa.
Esiste un manuale di istruzioni per plasmare nuovi immaginari, descrivere la catastrofe ecologica in atto e inventare eroi in grado di affrontarla, senza uccidere le speranze dei giovani lettori? Certamente no, dice la scrittrice francese Marie Pavlenko, che inventa storie per adulti e bambini e paragona il suo lavoro a quello di un pasticcere. “Inizio a scrivere quando ho la sensazione che la torta che ho messo in forno sia cotta”
Nell’ultimo mezzo secolo, la percentuale globale di persone che vivono nelle aree rurali è diminuita di quasi un terzo. L’agricoltura sta diventando sempre più industriale e concentrata. Più della metà di tutte le persone vive oggi nelle città e nelle zone limitrofe, e si prevede che questa cifra salirà al 70% entro il 2050. In molti Paesi il tasso di natalità è in costante calo e secondo le proiezioni la popolazione mondiale continuerà a crescere fino al 2080, ma circa la metà di questa crescita sarà trainata da meno di 10 paesi. A questa storia di spopolamento se ne affianca un’altra: quella di ciò che accade alla terra lasciata alle spalle. Per conservare un pianeta vivibile, è fondamentale preservare ed espandere le foreste, le praterie, gli ecosistemi sani e i luoghi selvaggi. Le enormi distese di terra abbandonata rappresentano un’opportunità ma anche una domanda, un esperimento in corso senza esiti chiaramente prevedibili. Per migliaia di anni, gli esseri umani hanno plasmato i luoghi in cui vivono, trasformando il volto della Terra. Cosa succede al mondo naturale quando l’uomo non c’è più?