Verso la fine del documentario Tutta la bellezza e il dolore c’è una scena in cui alcuni membri della famiglia Sackler, proprietari di una grande azienda farmaceutica, ascoltano via Zoom le testimonianze di persone la cui vita è stata distrutta dai loro prodotti. Genitori che hanno perso i figli perché gli antidolorifici venduti dai Sackler causavano dipendenza e loro lo sapevano, come dimostrato da un’indagine giudiziaria – e infatti è per ordine di un tribunale che i rampolli di una dinastia di straricchi sono costretti a stare a sentire, per una volta. Lo fanno in silenzio, incorniciati dalla prosaica inquadratura di una webcam, benvestiti ma sobri, con lo sguardo inespressivo e imbarazzato di chi vive su un altro piano di realtà ed è messo a disagio da un contatto così ravvicinato con l’umanità ordinaria. È una scena bellissima e terribile, è una ripresa diretta dei fatti come si sono svolti, eppure io non riuscivo a togliermi dalla testa che sembrava un episodio di Succession. Quando una serie si sovrappone in maniera così forte alla realtà, vuol dire che ha colto un aspetto profondo dello spirito del tempo.

La famiglia Roy, protagonista di Succession, più che i Sackler richiama i Murdoch: il patriarca, Logan Roy, ha creato un impero mediatico globale al cui centro c’è ATN, canale aggressivamente di destra ispirato a Fox News. Accentratore e dispotico, Logan ha sempre avuto il comando, ma ora la vecchiaia incombe e i tre figli affilano i coltelli per l’inevitabile guerra di successione. Chi erediterà il top job e ne diventerà CEO? Il predestinato ma fragile Kendall, il sottovalutato e buffonesco Roman o l’intelligente ma inesperta Shiv? (c’è anche l’imbelle Connor, figlio della prima moglie, ma lui è apparentemente fuori dai giochi). Agli occhi di Logan nessuno di loro è degno di succedergli, e mettendoli alla prova uno a uno li spinge al tradimento reciproco o al parricidio. 

Succession è uno dei grandi capolavori seriali degli ultimi anni e – forse fuori tempo massimo – entra nello stesso pantheon dei vari The SopranosThe WireBreaking BadMad Men. La quarta stagione uscirà su Sky a partire da lunedì 3 aprile (negli Usa su HBO è cominciata domenica 26 marzo) e sarà l’ultima, come annunciato dal creatore e showrunner Jesse Armstrong. È stata una decisione difficile, ha spiegato al «New Yorker», ma motivata da scelte artistiche più che produttive. Possiamo credergli, sia perché la serie è all’apice del successo e non si hanno notizie di screzi dietro le quinte, sia perché Armstrong viene dalla tv inglese, che da sempre viaggia su ordini di lunghezza minori rispetto a quella statunitense: The Thick of It, uno dei vertici della serialità UK, creata da Armando Iannucci ma di cui Armstrong è stato uno dei principali collaboratori, ha avuto quattro stagioni in sette anni, per un totale di ventitré episodi (Succession è già a quota trenta 30). 

Le affinità tra The Thick of It e Succession sono numerose: entrambe satireggiano personaggi di potere le cui capacità e il cui comportamento non sono affatto all’altezza della loro posizione sociale; entrambe sguazzano nell’arte dell’insulto e del linguaggio sboccato; entrambe usano uno stile visuale da mockumentary, con camera a mano, inquadrature ostruite, visibili cambiamenti di messa a fuoco, bruschi zoom. Questo stile mette lo spettatore nella posizione di chi spia la vita privata dei membri dell’élite, e allo stesso tempo rimuove l’elemento glamour dalla rappresentazione della ricchezza, associando alla riprovevole condotta morale dei protagonisti una regia sporca, artificialmente brutta. 

Succession,serie tv hbo,succession nuova stagione,successione stagione 4,Gianluigi Rossini,serie tv americane,Jesse Armstrong

La visualità di Succession, tuttavia, comprende almeno un altro strato: all’estetica documentaristica si aggiunge una peculiare rappresentazione del lusso, fatta sia di brutti Barbour e ridicoli cappellini da baseball (fatevi un giro su Succession Fashion), sia di yacht giganteschi e stupendi luoghi di vacanza. Questa componente spettacolare è permessa da un budget incomparabilmente maggiore rispetto a quello di The Thick of It, ma corrisponde anche all’aggiunta di un elemento tragico, shakespeariano, che si affianca all’intento satirico: c’è un sovrano che malvolentieri deve cedere il trono e degli eredi che si fanno la guerra – l’affinità con il Re Lear è più che evidente.

In questa tragedia, tanto il patriarca Logan è crudele e spaventoso, quanto i quattro figli sono infantili, incompetenti, abituati a una superiorità sociale che non meritano né si preoccupano di meritare. Tutti e quattro vengono brutalizzati e ridicolizzati con lo spirito vendicativo che abbiamo visto in un certo cinema recente (di cui ha scritto Carlo Mazza Galanti sul «Tascabile»), si pensi a Triangle of Sadness o anche a The White Lotus. Ma Succession è una serie di lunga durata, e come tale non può guardare ai suoi personaggi solo con il distacco della satira: è inevitabile che si inneschino i meccanismi dell’immedesimazione. È un equilibrio estremamente delicato e difficile, che viene gestito tramite un continuo spostare le nostre simpatie: tutti sono vittime e tutti sono carnefici. 

Succession è una serie di lunga durata anche nell’organizzazione editoriale e narrativa: è pubblicata settimanalmente e ha una forte componente episodica. Per quanto la trama sia continua, ogni stagione è un capitolo a sé e ogni episodio ha linee narrative proprie, a volte anche autoconclusive. A partire da martedì 4 aprile e poi ogni martedì successivo, quindi, su «Snaporaz» pubblicheremo un commento settimanale dopo ogni nuovo episodio, fino alla fine della stagione. È una prassi critica abituale nei media anglosassoni, molto rara in Italia.

Per ora un breve riepilogo delle questioni aperte: alla fine della stagione scorsa Kendall, Shiv e Roman, finalmente uniti, hanno cercato di sottrarre a Logan il comando della Waystar Royco. Ma Logan ha saputo delle loro intenzioni da Tom, il marito pusillanime di Shiv che ha compiuto così forse il più spettacolare dei tradimenti finora. Pur di non cedere ai propri figli, Logan ha deciso di estrometterli facendosi acquisire dalla svedese Gojo, azienda del settore tech. La vendita è stata annunciata, ma sarà davvero portata a termine? Tom e Shiv divorzieranno? Kendall è di nuovo a rischio suicidio? Connor e Willa si sposeranno? E cosa farà Kerry, la nuova assistente-amante di Logan, che sembra aver sostituito la terza moglie Marcia? 

Lo scopriremo presto insieme.