Figura chiave della musica del Novecento, Iannis Xenakis nacque cento anni fa in Romania, da una famiglia greca della diaspora. All’età di sei anni, quando perse la madre, fu affidato con i due fratelli a governanti inglesi, francesi e tedesche. Rientrato in Grecia per studiare in collegio, da subito si appassionò alla cultura greca e alla matematica. La sua produzione musicale si sarebbe fondata su entrambe, dando forma a un pensiero creativo radicale che rappresenta probabilmente più di ogni altro i due elementi distintivi della musica del ventesimo secolo: l’assimilazione dei suoni che ci circondano e il rapporto tra suono e spazio. Sono tratti che hanno radici profonde nella storia personale di Xenakis, appassionata e segnata da vicende drammatiche, in un continuo intreccio tra musica e architettura, tra le leggi della matematica e quelle della natura, tra l’antichità greca e le nuove tecnologie. 

Xenakis si iscrisse al Politecnico di Atene, mentre prendeva lezioni di musica e come passatempo realizzava trascrizioni geometriche di opere di Bach. Poco dopo aderì alla Resistenza. Riuscì a laurearsi con una tesi sul cemento armato nonostante un’intensa attività politica che lo portò a essere incarcerato più volte e a essere coinvolto in un’esplosione da cui rimase sfigurato.

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