Se ti rubano il telefono, metà letteratura italiana va in galera. Disse così, quella volta, il mio amico G. Stavamo scorrendo insieme la messaggistica pre-whatsapp, ovvero gli sms, per cercare l’ultimo di non so quale contatto comune e si parò un mondo di sporcherie e profferte livello Weinstein prima del metoo. T, vincitore di un importante premio letterario, mi invitava a fare esperienza dell’amato bene, senza giri di frasi, secco. E a secco, perché non vi era stata alcuna premessa o avance pregressa. Il solo possesso (indiretto) del numero si era portato l’implicito del possumus anzi debemus. Un altro, meno premiale ma più di tendenza, aveva prenotato una stanza, così litaniava del messaggio (sms) e l’aveva riempita di palloncini per me. Per me? A trentasette anni? Ne conseguiva una filza di insulti di cui il più tenero era il classico zoccola (nella versione accrescitiva) o puttana (sempre accrescitivo e chissà perché al maschile). Non c’ero poi andata, se ne deduce, in quella stanza satolla di elio. Perché? Disinteresse, fastidio. Oppure perché i capelli non mi stavano bene: questa era la motivazione principale per cui, talvolta, non uscivo di casa. Il sacrosanto diritto di essere inguardabile per conto mio. Un editore a cui avevo inviato un manoscritto in risposta alla mia richiesta di un parere schietto aveva scritto: “che gambe”. Eppure non sono bella, non sono nemmeno seducente. Anche se S ne era fermamente convinto, S pensava che io fossi seducente anzi seduttiva, che andassi cioè in giro a spargere seduzione nei posti della letteratura, per poi ritrarmi al dunque da consumata allumeuse. In realtà non era propriamente un suo pensiero, ma di A, la fidanzata. Questa sua fidanzata era una che diceva di sé: “non voglio fare grandi cose, voglio fare piccole cose”. Intanto pubblicava libri, insegnava all’università, partecipava a eventi in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Poi piangeva, però, piangeva in ogni luogo e in ogni lago perché tutti pensavano che queste cose qua, a lei, grandi o piccole che fossero, non toccassero per suoi meriti ma perché era la fidanzata di S. Beh, un pochetto è così, azzardavo. Apriti cielo,

Questo contenuto è visibile ai soli iscritti

Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo.

Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.