Per provare a definire una pratica del design capace di connettersi coi problemi del nostro tempo, è necessaria l’elaborazione di connessioni critiche inconsuete. 

Due saggi pubblicati di recente possono aiutare a tratteggiare questo campo d’azione. Mi riferisco a Design after capitalism. Trasforming design today for an equitable tomorrow di Matthew Wizinsky (The MIT Press) e a Ecologia erotica. Sesso, libido e collasso del desiderio di Dominic Pettman (TLON). Si tratta di due testi apparentemente molto distanti, sia per i temi analizzati che per le figure autoriali. 

Il primo è stato scritto da un designer, il secondo da un filosofo, studioso di nuovi media. Tentare una connessione tra i mondi indagati nei rispettivi saggi dà forma a un’affascinante esplorazione culturale. Emerge uno spazio di conoscenza in cui l’unica certezza è determinata dal vivere e dall’agire in una società dei consumi dove ogni narrazione è modellata da oggetti, contesti, simboli e desideri di consunzione.

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