Almeno una volta durante la sua esistenza virtuale ogni donna ha ricevuto in chat il monologo di un uomo che provava ad attaccare bottone nel più disperato dei modi. Dal semplice «Ciao, come va?», a una immediata dichiarazione d’amore con tanto di «sei unica» finale. Dai vecchi marpioni ai giovani single alla ricerca di nuove sfavillanti avventure, in quanto donna ti sentirai sempre dire che sei speciale, irripetibile, semplicemente ineguagliabile e mai come le altre. I social hanno amplificato la seduzione su vasta scala: si può puntare facilmente ai grandi numeri, perché le occasioni di incontro sono potenzialmente aumentate a dismisura. Basta starsene seduti sul divano e, utilizzando le varie app, dare il via alla pesca a strascico. Nulla di nuovo sotto il sole, lo sa bene Martin, uno dei protagonisti di Amori ridicoli di Milan Kundera, il quale annota perfettamente le fasi di registrazione e “contattamento” nella seduzione: 

Tale operazione viene da Martin chiamata registrazione. È questo il risultato della sua ricca esperienza, che lo ha portato alla conclusione che la cosa più problematica non è sedurre una ragazza, ma piuttosto, se si hanno grandi pretese dal punto di vista quantitativo, conoscere sempre un numero sufficiente di ragazze che non siano state ancora da noi sedotte.

Sostiene perciò la continua necessità, dovunque e in qualsiasi occasione, di eseguire un’ampia registrazione, vale a dire di segnare in un’agendina o nella memoria i nomi delle donne che ci hanno colpito e che, un giorno o l’altro, potremmo contattare.

Il contattamento rappresenta poi il livello superiore di questa attività e significa che con una certa donna entriamo in relazione, facciamo la sua conoscenza, ci apriamo un varco verso di lei.

Chi ama guardarsi indietro con orgoglio, pone l’accento sui nomi delle donne amate: chi invece guarda in avanti, verso il futuro, deve preoccuparsi soprattutto di avere un numero sufficiente di donne registrate e contattate.

Amori ridicoli esce nel 1969: da allora a oggi è cambiato il nostro modo di sedurre, conoscersi, scopare e addirittura lasciarsi. Fortunatamente quella farsa che è la seduzione dal vivo ora può essere vissuta più comodamente nei tempi morti di una giornata: faccio una pausa caffè e invio un messaggio di finto interesse, mi dedico alla cacata mattutina e invio un messaggio di finto interesse – così si ottimizzano i tempi per sondare il terreno su più fronti. La virtualità ci sta salvando dai lunghi rituali iniziali della seduzione classica, quella delle pirouettes sociali che fino a qualche tempo fa risultavano dispendiose, faticose e spesso oltraggiose. Una prima scrematura può avvenire senza dover necessariamente portare a cena qualcuno, scadendo nei traffici del trucco e parrucco o nell’abito serale. Una chattata dice pochissimo dell’altra persona, ma può spesso essere un buon indicatore per evitare potenziali noiosissime serate.

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