«Se le femministe trascorreranno veramente i prossimi dieci anni a occuparsi del proprio corpo, gli uomini domineranno il mondo per ulteriori dieci anni». Rimastico questa frase da diverso tempo, non sono mai stata così in dubbio se credere o no a un Premio Nobel per la Letteratura ma le donne, si sa, sono le peggiori nemiche delle donne. Così, almeno, sostengono a volte quelli che ne sanno.

Questa frase l’ha pronunciata nel lontano 1978 Elfriede Jelinek. Io l’ho letta la prima volta in occasione dell’uscita del suo romanzo Gli esclusi (La nave di Teseo, 2018, trad. N. Giacon): avevo scoperto i suoi libri da poco e avevo subito preso a adorarla come si adora una cosa indispensabile che, però, ti fa male. Non uno sciroppo per la tosse, che alla fine è sempre anche piuttosto buono, ma come quando da piccoli si metteva il mercurio cromo sulla sbucciatura al ginocchio e l’effetto era quello che stavi per morire dissanguato: serviva perché, almeno per un po’, stavi fermo a capire come evitare la prossima volta di farti del male, ma da vedere non era molto rassicurante. Ecco, nei suoi romanzi ho trovato qualcosa che mi ha conquistata, una complessità di cui avevo bisogno: non soltanto per (non) ferirmi, ma anche per rimarginare.

Questa frase però non la capisco bene. Da una parte penso che parlare solo di corpi, anche e soprattutto del proprio corpo, possa non bastare ed essere consolatorio, vittimistico, reazionario; dall’altra mi domando: cosa è successo nei dieci anni dopo il 1978 per cui non fosse giusto o importante lottare a partire dal corpo delle donne? Proprio al 1978 italiano, tanto per fare un esempio, risale la tanto discussa legge 194. C’è poi anche un altro trabocchetto in questa frase di Jelinek: è per questo motivo, è per “colpa” delle donne se gli uomini dominano e domineranno il mondo? Eppure i fatti e le narrazioni da cui siamo circondati dicono che sono gli uomini quelli che hanno più problemi a vivere e rappresentare le donne al di fuori degli stereotipi.

Il libro di Laura Tripaldi, Gender tech. Come la tecnologia controlla il corpo delle donne, uscito da pochi mesi per Laterza, naviga tra queste e altre ambiguità a partire dalle innovazioni tecnologiche che più hanno segnato la storia della scienza

Il libro di Laura Tripaldi,

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