Qualche mese fa ho un avuto un problema alla prostata e, come ogni ipocondriaco avente accesso a Google, ho cercato quale potesse essere l’origine del mio male: risultato? Nessuna immediata soluzione per la mia prostata, ma tramite i suggerimenti social ho avuto a disposizione nuovi contenuti da gettare in pasto alla noia. Apro dopo poco TikTok e sbuca una sessuologa che mi spiega come tenere accesa la fiamma delle relazioni amorose, quali sono i migliori modi di accoppiarsi tra esseri umani e quante eiaculazioni bisognerebbe raggiungere – non ricordo se mensili o settimanali – per una buona salute prostatica. La sessuologa lo spiega facendo prima un balletto (perdón, nella bio dice di essere un’esperta in comunicazione scientifica). E, nei mesi successivi, scopro che la danza scoordinata è una liturgia molto in voga tra chi si occupa di medicina o psicologia su TikTok. Da quel momento in poi, contenuto dopo contenuto, consumo una triste scoperta: TikTok, la cinesata social che ti incolla per ore davanti ad uno schermo senza farti rendere conto del tempo che passa, è pieno zeppo di attivismo. A causa di una semplice prostatite (tale è la diagnosi dell’urologo dal quale mi sono fatto visitare nella vita reale) ho permesso che la home dell’unico social che volevo mantenere vergine dall’attivismo venisse sfigurata da questo orrore.

Questo contenuto è visibile ai soli iscritti

Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo.

Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.