Sono due i modi in cui si riesce a emergere sui social: entrare nel flusso di un trend fino a farlo proprio, o puntare su un contenuto totalmente slegato dalle mode virali del momento. Questo è il caso di Sara Penelope Robin, che entra su TikTok come un cavallo di Troia posizionandosi nel punto più lontano dall’ultimo trend: le live NPC, che sta per non-player character e nei videogiochi identifica i personaggi non giocanti, in cui i creator non fanno niente se non reagire agli stimoli degli spettatori.

 Sara Penelope Robin, nome d’arte di Sara Genevieve Mormile, attrice e autrice del recente libro “Tarantelle condominiali. Storia di quella che fa i TikTok”, è una performer che ha strategicamente deciso di fare del mezzo il suo messaggio e di procedere per scatti di viralità programmataLa sua storia come content creator inizia quando esordisce la prima generazione di YouTuber, quella di Frank Matano, The Jackal, Willwoosh. Sara gira dei video con suo fratello (video che a rivederli ora sembrano lentissimi) sentendosi da subito un bug in the system. Segue corsi universitari creativi (“erano gli anni della riforma, uscivano corsi di laurea stranissimi, tipo musica e archeologia”), e continua a formarsi nel teatro; lavora come social media manager e nel 2020 – proprio poco prima del Covid – decide di aprire una sua agenzia. È durante il lockdown che Sara Penelope si ritrova da sola in casa con l’attrezzatura perfetta per creare contenuti, e in quel periodo inizia a testare su di sé strategie per TikTok e a immaginare come sarebbe la vita se eruttasse il Vesuvio. A quel punto sono arrivati i numeri, e ha deciso di giocarseli. 

L.M.: Ti sei formata sui video di Willwoosh, Frank Matano, The Jackal, la prima generazione di YouTuber, cioè i primi creator di riferimento per i Millennials. Secondo te com’è cambiato il pubblico in questi quindici anni?

S.P.R.: I creator stessi sono cambiati, e non solo il pubblico: si sono dovuti evolvere. Se riguardo un video di quelli che facevamo su YouTube in quegli anni dico: “Dio mio, che lentezza, ma perché eravamo così lenti?”. Anche se ricordo che allora ci percepivamo veloci, tant’è che uno dei video girati con mio fratello parlava proprio di questo, della parlantina velocizzata, e a ripensarci ora mi sembra incredibile: i video stanno diventando sempre più brevi, sono pillole che devono arrivare direttamente al cervello. Parlo spesso di ipnosi, perché mi sembra che all’inizio, su YouTube, fosse ancora centrale il contenuto, un creator era libero di creare contenuto, tutto il web era diverso, c’era ancora molta differenza tra pubblico e creator. Oggi le cose stanno cambiando, i creator hanno un destino infausto,

Questo contenuto è visibile ai soli iscritti

Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo.

Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.