Torna oggi in alcune sale, in una versione restaurata dalla Cineteca di Bologna, il capolavoro di Marco Ferreri: La grande abbuffata.

Nel gennaio 1973 usci su «Cinéma» un’intervista a Marco Ferreri di Noël Simsolo. Reduce dai non entusiasmanti risultati al botteghino della Cagna e dell’Udienza, Ferreri dichiarava: «Mi sarebbe piaciuto fare film che godono di cattiva fama ma che io trovo formidabili, comeLo scopone scientifico di Comencini e Il medico della mutua di Zampa. Per me sono esempi di vero cinema popolare». (Un cinema popolare, va detto, in grado di denunciare, suscitare polemiche, evitare facili consolazioni.) Ferreri aveva appena finito di girare a Parigi La grande bouffe, in francese e in presa diretta (cosa che per Mastroianni e Tognazzi non era un problema); fu presentato al festival di Cannes nel mese di maggio, dove fu escluso dal palmarès e ottenne solo il premio della stampa (ex aequo con La Maman et la putain di Eustache).

I borghesi andavano a vedere “La grande abbuffata“, ma poi dicevano che non gli era piaciuto, perché non amavano quello che vedevano. Però ci andavano

In Italia La grande abbuffata uscì in settembre e fu probabilmente il più grande successo della carriera di Ferreri: quasi due miliardi di lire di incasso. Lo stesso anno Malizia di Samperine incassò cinque e mezzo, d’accordo, ma La grande abbuffata era uno dei film che il pubblico medio (e urbano) doveva andare a vedere, non fosse che per la curiosità pruriginosa. Avevo solo otto anni, ma ricordo i flani sul «Corriere della Sera» con i disegni di Reiser e i discorsi verosimilmente scandalizzati degli amici dei miei genitori. D’altronde diceva Ferreri: «Io sono un borghese che fa film borghesi per un cinema borghese in cui vanno spettatori borghesi con idee borghesi». Salvo aggiungere, in modo spiazzante: «I film che faccio vogliono essere lo specchio della realtà» (cito un’intervista del giovane Paolo Mereghetti su «Cineforum»152, 1974). I borghesi andavano a vedere La grande abbuffata, ma poi dicevano che non gli era piaciuto, perché non amavano quello che vedevano. Però ci andavano. Era un film popolare?

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