Il sorprendente esito al botteghino, in grado persino di tenere testa a un blockbuster d’oltreoceano come Godzilla e Kong – Il nuovo impero, impone una riflessione su Un mondo a parte di Riccardo Milani. Ma qual è il punto di vista da adottare? In fondo, il film può essere interpretato o contestualizzato da molteplici prospettive. Anzitutto, inscrivendolo all’interno della filmografia di uno dei pochi registi italiani capaci di collocarsi consapevolmente nel solco di un cinema “medio”, non orientato a soddisfare esclusivamente certe logiche produttive (dire “industriali” significherebbe sottintendere la presenza di un sistema a conti fatti inesistente) ma lontano anche da ambizioni strettamente autoriali. E proprio per questo discontinuo, a tratti sottostimato e perennemente teso tra l’adesione opportunistica agli umori popolari e certi crucci moraleggianti. La continuità con il precedente

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