Che la musica sia «un esercizio segreto di aritmetica dell’anima, che conta senza saperlo», lo disse Gottfried Wilhelm von Leibniz. E il mondo degli scacchi fu studiato dal punto di vista matematico già dal XIII secolo (i primi trattati appaiono in Spagna e Portogallo). Così, per la proprietà transitiva, stabilire una connessione tra musica e scacchi è facile, e ciò che più di ogni altra cosa avvicina gli scacchisti ai musicisti sono le abilità combinatorie necessarie a entrambi, allo stesso modo. Infatti, se si mettono in fila tutti i grandi musicisti che furono anche grandi appassionati di scacchi, si resta colpiti da numero e qualità delle personalità che si possono citare.

Il capostipite della lista è senz’altro François-André Danican Philidor, nato il 7 Settembre del 1726 a Dreux – a un’ottantina di chilometri da Parigi – da André, apprezzato musicista, tanto da essere cresciuto, si può dire, «a pane e musica»: da bambino fece parte della cantoria della cappella reale e, neppure ventenne, andava a tenere concerti un po’ ovunque. Autore di una delle prime opere musicali massoniche, è considerato il fondatore dell’opera buffa francese: un personaggio di tutto rispetto, nonostante oggigiorno il suo nome dica poco, in campo musicale. I suoi primi contatti col mondo degli scacchi nacquero al famoso Café de la Régence, dove ebbe occasione di apprendere le basi dal celebre François Antoine de Legall, noto per il famosissimo Matto di Légal (una delle varianti grafiche del suo nome), che fu ben resto superato dall’allievo. Poco più che ventenne, Philidor si trovò in Inghilterra dove, a causa dell’annullamento di una serie di concerti, ebbe occasione di incontrare e battere l’allora celebre Philip Stamma, giocatore di origine siriana: l’incontro, su dieci partite, vide imporsi il giovane francese con otto vittorie, una patta e una sconfitta. Nel 1749, ormai conosciuto e grandemente rispettato nel mondo scacchistico, su richiesta di un nobile inglese pubblicò Analyse du jeu des Échecs, un testo che rimase una sorta di bibbia dello scacchista per oltre un secolo. Nel 1783 fece sensazione la sua esibizione, al St James’s Club di Londra, in cui incontrò tre avversari, ognuno davanti alla propria scacchiera, senza vedere i pezzi, ed essendo così uno dei primi a cimentarsi in una simultanea alla cieca. Morì a Londra il 31 agosto del 1795, venendo riconosciuto come il più forte campione del Settecento. La Francia, dopo la sua morte – e passata la stagione rivoluzionaria, che non lo aveva visto tra i suoi seguaci – lo onorò sia come musicista che come scacchista, esponendo un suo busto sulla facciata dell’Opéra e dedicandogli una via a Parigi, nel 20ème arrondissement.

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