I Massive Attack sono una delle band che hanno fondato il genere trip hop (insieme ai Portishead, Morcheeba, Tricky e altri) ma – se tutto ciò non vi dice nulla – forse sarete incappati nella leggenda che vuole che Robert Del Naja, il frontman della band, sia in realtà Banksy; oppure, notizia più importante: Del Naja tifa Napoli. Ebbene, i Massive Attack scelsero Georgina Spelvin, durante gli anni Sessanta grande diva del sexploitation, per la parte di protagonista nel videoclip di Paradise Circus (tratto dall’album Heligoland): siamo nel 2010 e la piattaforma Vimeo non fa troppe storie nel caricare contenuti espliciti. Il videoclip si apre con una breve intervista a Georgina, la quale in pochissime battute spiega perché decise di abbracciare la pornografia nel lontano 1973. Non fa un monologo strappalacrime sanremese con in mano un fogliettino e non parla come un panel di Instagram postato da qualche attivista riprodotta in serie, bensì con uno sguardo amorevole ci racconta di quando il suo make-up era a base di liquidi seminali. Il videoclip di Paradise Circus continua con alcune scene di The Devil in Miss Jones, il film porno in cui Spelvin nei panni di Justine, grazie al suicidio, scopre i piaceri della vita, passando dalla verginità a torture e double penetration. Nel film Justine è una donna matura, insoddisfatta della propria vita sessuale, che, vergine nonostante l’età avanzata, decide di togliersi la vita nella vasca da bagno, tagliandosi le vene. Un rituale che nella cattolicissima visione di Gerard Damiano, regista della pellicola, trascina la protagonista negli inferi dove le viene data la possibilità di esaudire – con l’aiuto di The Teacher (l’uomo che le darà i consigli giusti) – tutti i suoi desideri repressi in vita. La morte diventa così una forma di riscatto che permette di accedere ad autoerotismo, serpenti, threesome e fellatio; un immaginario soft porno che dovrebbe essere come minimo alla base delle nostre pratiche sessuali.

Il maschio, checché se ne dica, è un fronzolo, un mezzo da utilizzare per un obiettivo altro

Questa premessa è indispensabile per comprendere la genealogia di un’altra piattaforma che nasce nel 2016 e intrattiene stretti rapporti con la pornografia: OnlyFans.

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