La notizia arriva in una mattinata sonnacchiosa di fine febbraio, grigia di polveri sottili al Nord, più chiara e luminosa al Sud: «Come il “Corriere” può confermare», per citare la fonte da cui l’ho letta, Chiara Ferragni e Fedez si sono lasciati.

Il perché, se siete fra quelli a cui interessa, è che ultimamente lo scafo della loro relazione aveva iniziato a imbarcare troppa acqua: la malattia di lui, il contenzioso sul podcast Muschio Selvaggio, poi soprattutto i guai di lei e dell’ormai famigerato Pandorogate, con a valanga la prima vera crisi di immagine dell’era Ferragnez, fino alle reazioni al rapper «nullatenente».

Fedez, apprendiamo, se l’è presa con la moglie per le sue magagne in corso di accertamento, ha rilanciato con le accuse, alla fine è uscito dal mega-appartamento di CityLife e se ne è andato a Miami con la sua assistente. L’ultima storia di Chiara Ferragni mentre scriviamo recita: «Nella vita, vincere e perdere accadranno entrambi. Ciò che non è mai accettabile è smettere».

Nessuno si sogna che i Ferragnez vogliano smettere, in effetti. Ma forse stavolta è il grande pubblico – abituato, come da italica indole, a celebrare le detronizzazioni quanto le incoronazioni – a voler smettere con loro. E allora vale forse la pena di iniziare a chiedersi cos’è stata, l’Italia dei Ferragnez: fu vera gloria?

Nel giorno di Sant’Ambrogio del 2020 la coppia aveva raggiunto il suo zenit con la consegna dell’Ambrogino d’oro milanese

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