Scrivere è facile, mi dicono i ragazzi quando mi consegnano il tema dopo dieci minuti che ho assegnato le tracce, che ci vuole prof. 

Io prendo il foglio che mi consegnano, scritto tutto in stampatello maiuscolo, mai piegato dal lato giusto, e lo leggo – a volte è mezza pagina, cioè mezza facciata, a volte una pagina intera, senza il nome, senza la data, senza la classe, ricevo compiti anonimi, la cosa ha sempre un che di minatorio: ma non hai neanche ricopiato, gli dico; non c’era bisogno, mi dice lui, ho fatto direttamente la bella, che ci vuole. 

Boh, penso io, mentre smanio per la curiosità di leggere subito quest’opera d’ingegno, com’è che i ragazzi hanno una tale sprezzatura, com’è che non provano soggezione di fronte al foglio bianco, com’è che non sentono l’ansia di sbagliare l’ortografia di una parola, fare brutta figura per l’uso improprio di un termine o una concordanza dei tempi sbagliata? Certe volte mi consegnano dei testi che non sono nemmeno dei testi, almeno non nel senso che intendo io: sono dei promemoria. Gli dico: ma qua non c’è nemmeno una frase, ci sono solo tre righe di paroline abbreviate. Uno di loro mi dice: ah, credevo che avremmo letto i testi ad alta voce. Io gli domando: e cosa cambia? E lui: se leggiamo allora io scrivo solo degli appunti, mi segno delle cose, poi le frasi le faccio sul momento, a voce. 

Quando mi porgono il compito hanno un sorriso soddisfatto, sono contenti del loro risultato, spesso mi annunciano con una certa sicumera: le piacerà un sacco prof, mi sono venute delle idee magnifiche

Per me scrivere non era facile, non è facile manco ora, parlare a braccio, con qualche parolina appuntata è una montagna da scalare; per loro è facile, che ci vuole? Scrivere per me era un vero e proprio supplizio perché mi sudano moltissimo le mani. A fiumi, non a goccioline. Se c’è caldo o se sono teso, o peggio ancora se sono teso e c’è pure caldo, dalle mie mani scende la cascata delle Marmore. Da ragazzo era peggio ancora, perché ero sempre teso e a Siracusa c’era sempre caldo, sudavo come il porco, c’era compito in classe e il foglio uso bollo mi si spappolava sotto le dita, le Bic non scrivevano sul bagnato, i pennarelli a punta finissima invece avevano il problema che l’inchiostro si spargeva in una chiazza: scrivere è facilissimo, dicono i miei ragazzi, cose da pazzi, per me era difficile anche fisicamente.

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