[A scadenze regolari, la rivista francese «En attendant Nadeau» (https://www.en-attendant-nadeau.fr/) dialoga con uno scrittore di caratura internazionale attraverso lo strumento del sorprendente “Questionario Bolaño”, messo a punto da Emmanuel Bouju a partire dal modello fornito dall’ultima intervista rilasciata dal grande scrittore cileno a Monica Maristain, originariamente pubblicata sull’edizione messicana di «Playboy» nel luglio del 2003.
Abbiamo il piacere di ospitare su «Snaporaz» le risposte di Walter Siti alle domande del “Questionario Bolaño” (adattate alla cultura italiana da Pierluigi Pellini e tradotte dal francese da Gianluigi Simonetti].
Qual è la prima parola che le viene in mente?
In questo momento è la parola “lèmuri”, perché ho appena finito di programmare col mio consorte un viaggio in Madagascar.
Che differenza c’è fra questa parola e la parola “scrittore”?
“Lèmuri” è una parola libera, sia perché mi è comparsa senza forzature, sia perché i lemuri stessi vivono relativamente liberi nei grandi parchi nazionali. La parola “scrittore” è un termine impiegatizio, ricorda qualcuno legato alla scrivania e che deve render conto a un tribunale di letterati.
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