Un primo pomeriggio di mille anni fa, quando ancora abitavo a Cracovia e cercavo di scrivere qualcosa di intelligente sull’antisemitismo in Polonia nel dopoguerra, ero in cucina a sbucciare e pelare verdure per fare una qualche zuppa e all’improvviso una frase che mi arrivò dalla radio mi paralizzò.
Si doveva, immagino, avvicinare la ricorrenza dell’11 novembre, quando in Polonia si festeggiano la riconquista dell’indipendenza e la ricomparsa della Polonia come paese indipendente sulle cartine d’Europa, dopo centoventitré anni di assenza. Una festa che per qualche anno ha riempito le strade della capitale della peggiore feccia neonazista polacca e non solo, perché arrivavano persino dal resto d’Europa per marciare in strada con gli scarponi chiodati, prendendo un po’ troppo sul serio la difesa di quei confini per cui gente ben diversa da loro aveva combattuto.
Fatto è che a un certo punto avevano intervistato l’all’epoca ambasciatore polacco a Washington e la conversazione era partita dalla prevedibile domanda “Che cosa fa di noi una nazione?” come se si potesse ridurre a meno di una manciata di elementi una cultura millenaria… ma l’ambasciatore non si scompose, probabilmente li forgiano nella gomma, e anzi, prese la domanda come un assist da goal sicuro, perché rispose con grande piglio: “La Kiełbasa!”.
Ora, la kiełbasa è una salsiccia di maiale, o meglio, sono unghie, occhi, orecchie, frattaglie e scarti di ogni tipo che vengono frantumati, speziati, poi impastati e sputati dentro una sorta di preservativo commestibile per conferire la tanto apprezzata forma fallica che ben conosciamo. Che poi, imbevuti come siamo dentro questa cultura maschia, io non capisco come non vi faccia impressione, perché se io tra le gambe avessi un coso simile ciondolone, non è che mi piacerebbe poi molto vederne un omologo sulla graticola del barbecue o della padella sfrigolare e sudare pippoletti di grasso per poi venire addentato e masticato e ingoiato. Oibò.
Comunque, dicendo che la kiełbasa fa dei polacchi una nazione, il diplomatico aveva eliminato in una sola frase varie minorità, tra cui quella ebraica, che per molti anni è arrivata a essere persino il dieci per cento di quella Nazione della Salsiccia.
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