Dalla fine degli anni Zero, e per una decina d’anni almeno, il cinema italiano è stato tra i più rilevanti al mondo. Una sua minoranza, ovviamente: ma una minoranza agguerrita, numerosa, grazie alla quale il cinema, già dalla seconda metà dei Duemila, è stato il luogo in cui si trovavano le migliori riuscite artistiche. Più che nella letteratura, nel fumetto, nel teatro (per citare i tre campi in cui gli artisti italiani erano sembrati maggiormente vivi nel periodo precedente). Chi frequentava i festival internazionali poteva notarlo con facilità: rispetto alla gran parte delle cinematografie nazionali europee, quella italiana era particolarmente varia e coraggiosa.

Il problema è che se ne sono accorti in pochissimi.

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