Tra le cose che fanno passar la voglia di occuparsi di cinema, c’è la miseria dei discorsi intorno a esso. La riflessione critica praticamente non esiste (tanto meno dentro l’università), i social consegnano quotidianamente una sfilata infernale di narcisismo collettivo, con le classiche ondate di entusiasmo (l’ho visto per primo quindi è bellissimo) che provocano reazioni uguali e contrarie (ne parlate tutti bene quindi fa schifo) e così via.

Si resta spiazzati quando qualche voce improvvisamente fa risuonare qualcosa d’altro. Era già capitato che Martin Scorsese, in un articolo su «Harper’s Magazine», dicesse le cose più semplici e più giuste sul cinema contemporaneo, partendo dal racconto della propria esperienza di cinefilo nella New York dei primi anni Sessanta. Ovviamente era stato sommerso dalle critiche. E anche leggendo il libretto di conversazioni con Antonio Spadaro (Dialoghi sulla fede, La nave di Teseo), padre gesuita e sottosegretario al dicastero della cultura del Vaticano, si entra in contatto con una dimensione diversa dalla chiacchiera, ci si ricorda che la passione per il cinema può essere anche una forma di intelligenza e non solo di stupidità.

Sentendo queste due persone parlare, attraverso il cinema, dei grandi interrogativi dell’esistenza, viene sotto gli occhi l’abisso che separa i pochi artisti che si pongono domande serie, e un pubblico e una critica che non riescono nemmeno più a capire cosa il cinema può essere

Non che il dialogo tra Scorsese e Spadaro apra orizzonti teologici o estetici profondissimi: viene quasi da dire che la cosa più importante, in esso, è il tono. Sentendo queste due persone parlare, attraverso il cinema, dei grandi interrogativi dell’esistenza, viene sotto gli occhi l’abisso che separa i pochi artisti che si pongono domande serie, e un pubblico e una critica che non riescono nemmeno più a capire cosa il cinema può essere. Ci si accorge che i discorsi sui film (a cominciare da quelli sui film di Scorsese) sono quasi sempre privi di una dimensione complessiva, di tensione: restano clamorosamente al di sotto dell’oggetto. 

A partire dal 2016, Spadaro e Scorsese

Questo contenuto è visibile ai soli iscritti

Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo.

Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.