Gae Aulenti aveva quarantasette anni quando poté vedere coi propri occhi la Cina. Era il 1974; nel 1976 sarebbe morto Mao Tse-tung. 

Aulenti in Cina si ritrova immersa in quella Rivoluzione culturale che continuava – e continua – a conservare intatti i propri segreti: di fronte al nuovo mondo che la circonda, tiene un diario che sarebbe stato anche fotografico. Cina 1974 è una delle ultime pubblicazioni dell’editore Humboldt Books, concreta testimonianza di quanto, e come, Aulenti in Cina ha visto: le fotografie, realizzate come appunti hanno in sé il fascino del trasporto della presenza – la nostra di ora trascinata là, nel ’74, e la sua di allora qui, avendola davanti in questa ottantina di pagine. 

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Aulenti riesce a vedere l’architettura anche attraverso le persone ammassate nelle strade larghe di Pechino, rese quasi trasparenti, presenze sfocate e di contorno al soggetto vero e proprio della sua attenzione. È questa la sensazione che danno le immagini del taccuino fotografico realizzato in Cina da Aulenti: che l’architettura venga vista oltre il dato umano che la abita quotidianamente.

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