Una delle chiavi per avvicinarsi alla cultura polacca è tener conto della biografia dei suoi artisti: pittori, scrittori o ballerini che siano. Un po’ come della biografia del loro paese, questo paesone parcheggiato in mezzo all’Europa, pieno da sempre di minoranze e che per oltre un centinaio di anni è scomparso dalle cartine geografiche come il mago Houdini (che però era, almeno di nascita, ungherese) per poi, voilà!, ricomparire con tutt’altri confini. Che io, a volte, soprattutto quando penso ad esempio alla Francia, seduta comoda come una balena sul bracciolo esterno di quel divano che è l’Europa, con tutto quel mare che la chiude su tre lati, e poi le montagne e i fiumi e i confini naturali… be’, mi dico che forse dovremmo considerare che anche i paesi hanno un loro privilegio di nascita. 

La Polonia è nata stretta nel mezzo, in bilico tra Est e Ovest, e i polacchi sono sì cattolici, ma sono slavi e poi non tutti e non sempre; quando si tratta di un polacco, infatti, c’è ogni volta da farsi varie domande. Quando è nato, se prima o dopo quale guerra, e dove, bisogna chiedersi chi governava la città in cui viveva, perché essere polacco, a occhio, significa essere di lingua polacca, ma qual era poi la lingua (e il passaporto) al di là della porta di casa, ecco, fa la sua differenza. E la differenza la fa anche la religione, era ebreo questo polacco? E se lo era, era un ebreo assimilato e quindi in casa sua si parlava polacco (o francese) oppure no, e allora si parlava yiddish? E lo si scriveva anche? E se era cattolico, che tipo di cattolico era? E era nobile, e quindi aveva una rendita di cui vivere, oppure doveva lavorare e aveva studiato? E dove aveva studiato, e in che lingua?

Andrzej Wróblewski nasce nel 1927 a Vilnius da genitori polacchi. Il recente passato della città è stato turbolento: polacchi, russi e tedeschi se ne sono contesi la sovranità

A fine aprile inaugura a Venezia, nell’ambito della Biennale Arte, una mostra su Andrzej Wróblewski, un artista polacco, che più polacco di lui, non so, forse nemmeno la vodka (che probabilmente è, infatti, russa). 

Andrzej Wróblewski nasce nel 1927 a Vilnius da genitori polacchi. Il recente passato della città è stato turbolento: polacchi, russi e tedeschi se ne sono contesi la sovranità, finché si è arrivati alle elezioni… ma la città rimane “vittima” della smania di grandezza polacca e la lingua principale è ancora il polacco. La madre è un’artista e sarà la sua prima maestra di disegno, il padre è rettore dell’università (polacca) e insegna diritto.

Wróblewski,Andrzej Wróblewski,pittori polacchi,arte polacca,artisti polacchi,pittura polacca,Irene Salvatori
Testa d’uomo, 1957, Museo Nazionale di Cracovia

Wróblewski ha quattordici anni quando i nazisti entrano in casa per una requisizione,

Questo contenuto è visibile ai soli iscritti

Snaporaz è una rivista indipendente che retribuisce i suoi collaboratori. Per esistere ha bisogno del tuo contributo.

Accedi per visualizzare l'articolo o sottoscrivi un piano Snaporaz.