«To know a community is to know its food» diceva Gil Marks, autore di libri indimenticabili sulla cucina ebraica.  E in effetti la mia passione per la cultura polacca ha un lungo curriculum ai fornelli, dall’estate di mille anni fa, quando Sylwia, una mia amica, mi disse: «Andiamo a fare una passeggiata» e da casa sua mi portò dalla nonna, passando per i campi. La nonna era in cucina e sul tavolo c’era una ciotola con i mirtilli che aveva appena raccolto, brillavano di zucchero e ci stava facendo i pierogi. I pierogi coi mirtilli… ecco, se esistesse un premio Nobel per le ricette dovrebbero darlo a loro.  

Ma io posso pure credere di conoscere piatti e ricette e invece mi basta leggere Stramer Mikołaj Łoziński, uscito da poco in Italia per Bottega Errante Edizione, nella (bizzarra) traduzione di Francesco Annicchiarico, per cadere dalla seggiola. «Tutti si erano gettati sui pierogi, gli gnocchi ormai freddi».

Gnocchi? Gnocchi o pierogi? Praticamente cita Maradona ma, dato che secondo lui nessuno sa chi sia, aggiunge che era un pescatore bulgaro. Che poi gli gnocchi (che nulla hanno a che fare coi pierogi, Santo Cielo) esistono nella cultura polacca, proprio c’è la stessa ricetta pari pari, solo che li fanno dolci. 

Ma ancora, poco oltre scopro qualcosa che vorrei cancellare dalla scheda madre del mio cervello: la kremówka, ossia la millefoglie, giubilo assoluto di imperituro godimento d’ogni pasticceria, che solo a nominarla gli occhi scintillano e pure io scintillo, nell’attesa di ricevere in mano quel dono cremoso e sporcarmi le dita, il naso e la lingua di zucchero a velo, che infatti è proprio quello di cui parla Łoziński… in italiano diventa cremino. CREMINO?

Ma io mi chiedo, o voi traduttori che non conoscete la lingua, e neanche la cucina, accidentiavvòi, ma perché non usate Google Immagini?

Che a sballottare così un lettore, che in tre sillabe lo sposti dalla Polonia sulle colline astigiane tra nocciole e gianduia secondo me gli viene pure il mal di mare, e poi ti vomita. 

Ma io mi chiedo, o voi traduttori che non conoscete la lingua, e neanche la cucina, accidentiavvòi, ma perché non usate Google Immagini?

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