«Io che sono Robert Desnos, non voglio avere / Altra reputazione a futura memoria che quella di amarti in questa terra spregevole». Questo distico suggella la poesia Non l’amour n’est pas mort, dedicata all’attrice e cantante di music-hall Yvonne George, incontrata presso Le Bœuf sur le toit, il mitico locale che prendeva nome da un balletto di Milhaud con coreografie di Cocteau. La lirica figura nella raccolta Corps et biens, pubblicata da Gallimard nel 1930, dove, in nuce, è condensata l’esperienza surrealista di questo poeta parigino introverso ed eccentrico, eccessivo e tenero. Desnos fu il rappresentante più significativo, con il romanziere René Crevel, dell’écriture automatique, tecnica che consisteva nell’approcciarsi all’atto creativo in stato medianico. A tal riguardo i sommeils hypnotiques coinvolsero, cadenzati da una serie di appuntamenti leggendari, gli intellettuali che aderirono alla prima fase del surrealismo, spesso supportati da medium famose come Madame Sacco, la cui effigie sarà immortalata in Nadja, il libro forse più bello di André Breton. In questo testo si descrivono gli incontri avvenuti tra il cosiddetto “papa” del surrealismo e Léona Delcourt, soprannominata Nadja, che morirà, appena trentanovenne, in un ospedale psichiatrico, dopo aver condotto un’esistenza enigmatica e disordinata. 

Breton è ritenuto l’indiscusso artefice del movimento, nato dopo l’avvento di Tzara a Parigi, mediante la pubblicazione di quello che è unanimemente considerato il primo libro surrealista, Les Champs magnétiques, scritto a quattro mani con Philippe Soupault e pubblicato da Au sans pareil nel 1920, dopo l’anticipazione sulla rivista di orientamento dadaista «Littérature», diretta dai due poeti con l’ausilio di Louis Aragon. Ma sarà «La Révolution », il cui primo numero venne pubblicato alla fine del 1924, a diventare l’organo ufficiale del gruppo fino al 1929, anno in cui si licenzia il dodicesimo e ultimo fascicolo, contenente il Secondo manifesto del surrealismo di Breton, in cui, di fatto, si screditano alcuni degli adepti storici per orientarsi verso istanze di tipo ideologico. 

Tra questi c’è anche Desnos, reo di non aver aderito alla linea politica imposta da Breton che prevede una forte compromissione con il materialismo dialettico. Su questo piano si incrineranno definitivamente i rapporti con Éluard e con Aragon, coinvolto a pieno titolo nel retaggio del Partito comunista sulla falsariga della compagna filosovietica Elsa Triolet. Il titolo della nuova rivista, la cui copertina al buio produce effetti fosforescenti, diventerà emblematicamente «Le Surréalisme au service de la révolution». Gli intellettuali espulsi dal movimento reagiranno pubblicando un velenoso pamphlet contro Breton intitolato Un cadavre,

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