Se mai, nel mondo dei lettori, sarà indetto un referendum sull’uso della domanda «Di che parla questo romanzo?», Il paradosso della sopravvivenza di Giorgio Falco (Einaudi, 2023) dovrebbe comparire tra le prove a sostegno dell’abrogazione. Perché è uno di quei libri impossibili da sintetizzare senza sradicarli, e quindi senza causare smottamenti nel terreno su cui sarebbero dovuti fiorire. Un’insidia tuttavia c’è, e si palesa fra il tredicesimo e il diciottesimo capitolo, quando Falco racconta i vent’anni del protagonista: qui, il romanzo raggiunge una vetta – non necessariamente in termini di qualità letteraria, forse solo di presa – che distoglie l’attenzione da ciò che c’è stato prima e da quello che verrà dopo, istigando a questa sintesi: «Il paradosso della sopravvivenza parla di due ragazzi – lui obeso, lei quasi anoressica – che stringono uno strano patto sessuale». 

Ecco, non è vero. Non del tutto, almeno.

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