Intorno al 1965 nelle strade genovesi erano appesi degli striscioni con una grossa scritta che diceva “Scopriamo Genova città diversa”, che pare un urlo quasi profetico mentre si vedono sul marciapiede camminare a braccetto un uomo e quello che allora veniva definito un “travestito”. Il suo è un volto che molti hanno imparato a conoscere con la prima pubblicazione delle fotografie de I Travestiti di Lisetta Carmi, uscita nel 1972, e che ora è stato fatta resuscitare in vesti nuove. Pochi mesi fa la nota casa editrice Contrasto ha pubblicato I Travestiti – fotografie a colori, ovvero una selezione di scatti inediti di quel lavoro, ritrovati casualmente nel 2017, e prima di allora ritenuti persi per sempre anche dalla stessa Carmi.

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Cinquant’anni dopo il primo grande deragliamento delle convenzioni e dei tabù questo libro, ovviamente, non provoca alcun estremo emotivo: nessuno shock, nessun disgusto, nessun orrore, nessun movimento di viscere nei confronti di quella fotografa considerata, allora, perversa come i soggetti che ritraeva. Basta ricordare che per pubblicare quell’unica edizione de I Travestiti si dovette creare una casa editrice apposta, la Essedi, a fronte del rifiuto unanime che il progetto aveva ricevuto da ogni altro editore,

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