Non c’è miglior regalo di Natale di un’intervista a un genio della musica italiana che ancora non accenna a perdere colpi. Il maestro Claudio Simonetti, che non ha bisogno di presentazioni in quanto membro fondatore dei Goblin e suo “simbolo”, anche se ancora sotto jet lag, mi concede questa chiacchierata appena tornato dal recente tour americano coi suoi Claudio Simonetti’s Goblin con cui porta in giro la colonna sonora di Demoni riveduta e corretta. Ne approfittiamo per approfondire la conoscenza della sua carriera nel mondo del cinema, riflettendo sull’influenza che la sua musica ha avuto per lo sviluppo di tantissimi generi internazionali che dal cinema – in fondo – esulano, in quanto il lavoro di Simonetti è appunto “cinema per le orecchie”. E anche per svelare qualche curiosità che andiamo tosto a sondare…

D.B.: Claudio, innanzitutto, grazie. Debbo però spiegarti per quale motivo volevo intervistarti: principalmente perché quest’anno cadeva l’anniversario di quando, nel 1973, si è formata la band che poi ha portato ai Goblin, cioè gli Oliver.

C.S.: Sì, più o meno era il 1973.

D.B.: C’è stato questo disco che avreste dovuto fare con Eddie Offord, il fonico degli Emerson Lake & Palmer e degli Yes, giusto? Cosa è successo? Come mai non è andato in porto?

C.S.: Perché noi l’avevamo contattato, però lui era partito in tour con gli Yes, non aveva tempo e quindi ci ha fatto aspettare inutilmente in Inghilterra e poi dopo non lo abbiamo più visto.

D.B.: Quindi non se n’è più fatto nulla, però nel frattempo…

C.S.: Per fortuna siamo tornati in Italia, abbiamo fatto il contratto con la Cinevox e poi da lì è nato tutto quanto con Profondo Rosso… Probabilmente non avremmo mai combinato nulla con lui.

D.B: E proprio a questo proposito volevo parlare con te delle tue colonne sonore. Praticamente, è coi Goblin che inizi a lavorare nel settore, oppure avevi già avuto esperienze in merito?

C.S.: No no, Profondo Rosso è stato il primo film.

D.B.: Ed è stato deflagrante perché in qualche modo avete aperto una strada a tantissimi altri, anche a emuli, no? Insomma, senza girarci intorno, anche Carpenter dopo quell’exploit vi ha copiati… parole sue.

C.S.: Be’ insomma… [ride] copiare forse è troppo, ma sicuramente abbiamo inspirato molti, molti artisti.

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