Una delle prerogative della fotografia è il doversi mettere a una certa, calcolata distanza per poter guardare e registrare, e in virtù dei metri e dei centimetri decisi può prendere avvio la narrazione o la scoperta, e così la visione e la conoscenza. Il Passaggio è un lavoro che racchiude gli scatti che la nota fotografa italiana Marialba Russo raccolse nel 1979 in Campania per documentare – parola povera in questo caso – il rito arcano e arcaico dell’incanata – ovvero il “passaggio” – usato per scongiurare future infermità fisiche nei corpi imberbi dei ragazzi più giovani. Le immagini scandiscono le fasi di un unico esempio del processo: a partire da una rapida presentazione del luogo e dei personaggi coinvolti, la scena velocemente si sposta nel bosco, dimentico di ogni retaggio urbano o perversamente culturale, non più calpestato da chi vi passa indifferente, ma da chi ancora vi vede il ricettacolo del sacro, dei simboli sempre vivi di una tradizione a cui affidare le proprie risposte. Quasi a far avverare le parole di H. D. Thoreau, l’abbandono visivo di qualsiasi coordinata urbana decentra lo sguardo per inglobarlo nell’estetica selvaggia che possono assumere anche i tronchi dei ciliegi, altari prescelti per il rito. Il momento che viene rappresentato davanti alla lente di Marialba Russo è un contatto col sacro ben diverso dal caotico frastuono delle processioni sicule immortalate da Ferdinando Scianna, strettamente connesse al contesto paesano e urbano: alla città pare non potersi scollegare la moltitudine umana, la polifonia delle voci, la cacofonia dell’estasi condivisa.

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