Come ogni mese, Federico Nicolao ci parla di eventi e mostre d’arte passati, presenti e futuri: Non è detta l’ultima parola.

Se ne è parlato

Gianni Colombo

Termina in questi giorni alla galleria Gio Marconi di Milano una retrospettiva su Gianni Colombo curata da Marco Scotini: Gianni Colombo A Space Odyssey. A trent’anni dalla scomparsa Colombo non perde nulla della sua capacità di aprirci al futuro, di portarci con la sua arte al cuore di una riflessione sul tempo che verrà. L’arte meglio di ogni altra disciplina possiede la possibilità di farci meditare su come la prospettiva con la quale si guarda all’esistente possa sempre essere ampliata e riesca ad aprirsi una via nello stato delle cose connettendoci allo spazio diversamente da come si è troppo spesso immaginato.

Gianni Colombo, A Space Odyssey
Galleria Gió Marconi
12 maggio – 17 luglio 2023

Andreas Hochuli

Nascita di uno spazio d’arte privato nel giardino d’artista del pittore svizzero Luc Andrié a La Russille. Apertura solo in certi giorni dell’anno e solo su invito. Mostre curate dell’artista stesso e dalla curatrice svizzero-egiziana Olivia Fahmy. Ha inaugurato in giugno Andreas Hochuli, pittore. Si è impadronito del vecchio apiario in disuso diffondendovi una composizione sonora concepita in dissonanza rispetto alla musica d’ambiente di Brian Eno e ha installato alcuni dei propri quadri più recenti. Ne è scaturita un’autentica lezione di installazione con un display site specific che ripeteva la magia della sua recente mostra personale alla Kunsthalle Friart di Friburgo. Adesso l’attenzione si sposterà sull’artista iraniana Shirin Yousefi che è incaricata della mostra della prossima primavera.

Se ne parla

Tacita Dean

Artista e cineasta inglese, Tacita Dean sembra avere un accesso privilegiato alla bellezza e non smette di stupire a ogni mostra per la forza con la quale perviene a fare delle proprie ricerche un caleidoscopio del nostro tempo. In queste settimane è la Collection Pinault a Parigi a catturare per l’ennesima volta la nostra attenzione mostrando un suo ambiziosissimo lavoro, Geography Biography, in cui un insieme di immagini da Tacita concepito ci disorienta e ci porta alla deriva nei misteri non lineari della nostra biografia e della nostra epoca, attraverso la fragilità delle geografie, cogliendo meccanismi intimi, meraviglie, atrocità e contraddizioni del mondo.

Tacita Dean, Geography Biography
Bourse de commerce Pinault Collection – Parigi 
Fino al 25 settembre

Linda Nagler

È un museo tedesco, il Museum für Kunst und Gewerbe di Amburgo, a dedicare una personale a una delle migliori artiste italiane che colpevolmente i centri e musei d’arte nostrani troppo spesso dimenticano: Linda Nagler, di cui tutti ricordano la partecipazione alla biennale di Venezia, invitata nella sua sezione da Cindy Sherman con il memorabile lavoro Hidden Mothers (poi pubblicato da Mack) e la mostra da lei curata con Cristiano Raimondi sul pioniere della fotografia Hercule Florence al Nouveau Musée di Montecarlo.
Ritorna questa volta in Germania con Reconsidering Photography: the Staging of the Gaze, una riflessione tanto austera quanto lussureggiante sullo sguardo fotografico, sulla visibilità e l’invisibilità dei gesti della fotografia, unendo lavori propri a una selezione di opere scelte nella collezione.
Da non perdere! Ma a quando una grande personale in un museo italiano?

Linda Fregni Nagler,
Reconsidering Photography: the Staging of the Gaze
Amburgo, Museum für Kunst und Gewerbe.
Sino al 7 gennaio 2024

Se ne parlerà

Angèle Metzger

Ricorda per la sua intelligenza, indipendenza e originalità Pierre Clementi. Figlia d’arte, attrice rivelazione della scena francese, recentemente premiata per la sua interpretazione nella serie Chair tendre come migliore attrice nel festival delle serie televisive di Lille, Angèle Metzger è un’artista versatile che l’industria cinematografica e della moda non riescono per ora in alcun modo a contenere. Rivelatasi giovanissima attraverso il mannequinat, ha immediatamente sorpreso il suo pubblico spostando il proprio interesse dapprima sulla danza, che continua a praticare e insegnare, provando a rivoluzionare l’immaginario alfa che dominava nella Pôle dance, rendendosi interprete sensibile della disciplina al punto da formare una nuova generazione di ballerine, ma ha di nuovo stupito tutti invadendo in giugno il campo delle arti visive con una mostra di scultura salutata da un grande successo di pubblico e di vendita che ha scosso la calma preestiva della capitale francese alla galleria Untitled 19: « Un jour je saurai couper les tornades ». Si dice che stanca della banalità industriale della società dello spettacolo e degli stereotipi contemporanei, programmi anche un esordio fuori circuito nella regia. Chi fermerà Angèle?